Page 91 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
P. 91

esplicando in essa una non trascurabile attività.
Il gruppo si costituì fra un certo numero di intellettuali, di operai e di impiegati
uniti fraternamente dal vincolo di una stretta amicizia.
Da un antifascismo generico che era dote di tutti, nel senso che tutti deprecavano
la dittatura e le sue pericolose avventure, sotto il quale antifascismo ogni
componente teneva il proprio particolare credo politico, il gruppo accennato
passò ad una concezione di lotta che doveva svilupparsi sulla base di un
programma ideologico e tattico unitario.
Il gruppo si riuniva in qualche casa privata (Via Dante,Via Manzoni) o assai
spesso nello studio di uno scultore già residente in Francia ai tempi del Fronte
Popolare, sito in via Bertesi. Il lavoro di approccio ad ogni, chiamiamolo, adepto,
non era molto difficile.
Si era in un periodo in cui bastava l'inflessione di un discorso o la piega ironica
del viso nell' udire e nel vedere certe pagliacciate del cadente regime, per rivelare
allo sguardo indagatore dei presenti l’indirizzo politico del nuovo venuto o del
neo presentato.
Così la stretta cerchia di “iniziati” gradatamente si allargava, funzionando da
centro di raccolta e successivo smistamento delle notizie. Del gruppo facevano
parte elementi che, per l’esercizio della loro professione o impiego, avevano la
possibilità di dislocarsi in provincia, altri, legati a impieghi in città, avevano
notizie sullo stato d’animo dei vari ceti e categorie cittadine.
Tutti i componenti del nucleo si trovavano sostanzialmente d’accordo sulla
necessità di uno sforzo unitario da compiere per l’abbattimento della dittatura.
Sui compiti ulteriori,, che con la liberazione si sarebbero posti, tutti ritenevano e
concordavano circa l’utilità di una continuazione dell’azione unitaria
antifascista, sia per impedire i rigurgiti possibili della reazione, sia per sanare le
piaghe inferte dalla guerra fascista al corpo sociale italiano.
In questo senso la discussione programmatica che ne seguì, relativa agli schemi
di statuto del gruppo presentati da alcuni componenti, fu utile dal punto di vista
ideologico e da quello della tattica da seguire.
Essa era condivisa da tutti per quanto concerne l’unità dell’azione prima ed
immediatamente dopo la Liberazione.
Dissensi suscitò la tematica, da alcuni proposta, circa la necessità di dare al
movimento una configurazione ideologica che gli permettesse di continuare ad
agire, come soggetto a sé stante, anche nel futuro di democrazia.
Si sarebbe caduti, e ciò era possibile in un momento in cui gli antifascisti
agivano isolati, nell’errore di dar vita ad un movimento autocefalo,
sostanzialmente slegato dalla viva realtà della massa quale si sarebbe rivelata,
pur avendo la sensibilità dei suoi problemi.
Il gruppo, respingendo a maggioranza la su espressa tesi, dimostrò di non essere
che un movimento di alleanza anteriore al comitato antifascista, che verrà creato
nel luglio, e anticipatore delle tesi unitarie e proprie del Comitato di Liberazione.
Questo lavoro e questa attività ideologica chiarificatrice naturalmente non si

                                       91
   86   87   88   89   90   91   92   93   94   95   96