Page 88 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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pongono decisamente all’avanguardia del popolo, ne rappresentano le istanze, ne
guidano le azioni.
C’è ancora di più. I partiti democratici, consci della necessità di uno sforzo
unitario e della unitarietà degli obiettivi da raggiungere, coordinano la resistenza
attraverso un organo rappresentativo di queste istanze unitarie: il Comitato di
Liberazione Nazionale.
Questo rappresenta lo strumento unitario della Resistenza, configura in sé il
Movimento di Liberazione che opera attraverso la lotta della resistenza stessa.
Il Movimento Cremonese di liberazione è dunque l'azione unitaria del popolo
diretta dagli organi sorti dalle necessità della lotta e convogliata agli obiettivi
finali che sono compresi nella grande carta del Risorgimento Italiano ed
Europeo.
Esso viene ad inserirsi così, logicamente, nel moto di liberazione nazionale ed
europeo in quanto le istanze generali della Resistenza sono alla base dell’azione
e delle aspirazioni della democrazia cremonese.
Sotto questo aspetto il movimento cremonese non differisce per nulla dal moto
generale di idee e di eventi che caratterizza la resistenza sul piano nazionale.
Il popolo cremonese, fin da quando gli eventi internazionali lo introdussero
nell'età moderna allorché le armi della prima repubblica francese cacciarono gli
austriaci da Cremona, sempre sentì l’istanza unitaria nazionale.
La sua lotta e le sue aspirazioni sempre si unirono nell’alveo patriottico
nazionale, perciò anche nella grande ora che si apriva davanti all’Italia agli albori
del ’43, il popolo cremonese unì strettamente il suo avvenire a quello della gran
madre italiana.
Naturalmente le condizioni, l’ambiente, le caratteristiche fondamentali del
territorio, le doti d’animo dei cremonesi influirono e diedero un carattere
particolare allo stesso movimento.
Non a caso preliminarmente si è fatto un quadro del sorgere e dell’affermarsi a
Cremona della democrazia e della successiva instaurazione della dittatura.
Ciò vale anzitutto come opportuno termine di paragone per la continuità storica
degli ideali risorgimentali dal primo a secondo risorgimento e come indice della
decadenza morale e materiale causata dal fascismo nella provincia cremonese.
In secondo luogo il quadro delineato serve a chiarire su quale humus fecondo e
profondo di democrazia e di aspirazioni sociali sia sorto ed abbia agito il
movimento cremonese di liberazione.
Per suo mezzo si comprende il diverso apporto qualitativo e quantitativo alla
resistenza da parte di ogni partito e si spiegano e si delineano le azioni di
preparazione e di lotta aperta al fascismo condotte nella nostra zona.
In una parola si caratterizza provincialmente il Movimento di Liberazione del
popolo.
Col marzo del ’43 si entra dunque nella fase attiva e organizzata di lotta della
Resistenza Cremonese.
Quali erano stati gli antecedenti?
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