Page 90 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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sede e ci tornò dopo il 1945 una cooperativa operaia. Esso si teneva in rapporti
con gli organi regionali di Milano a mezzo di corrieri chiamati, nel gergo interno
di partito, fenicotteri.
L’attività propagandistica veniva compiuta a mezzo di volantini e di giornali in
formato ridotto che venivano portati da Milano dagli stessi corrieri.
Disgraziatamente due di questi: un certo Sportelli e un tale che si celava sotto lo
pseudonimo di “Novello” (in realtà il suo nome era Quaglia ed era un prete
spretato) altro non erano che emissari dell’OV.R.A. infiltratisi a scopo
provocatorio nelle file dell’organizzazione clandestina. Le delazioni di costoro
determinarono la caduta del gruppo col conseguente arresto di un certo numero
di antifascisti: Biselli, Pedroni, Boldori, Agosti, Zavatti e altri. Il Tribunale
speciale di Roma nel 1928 li condannò a pene detentive da due a due anni e
mezzo di carcere per partecipazione a un partito già disciolto dalle leggi
eccezionali.
Pochi anni dopo le file della azione antifascista riprendevano ancora, sia pure
sulla strada limitata permessa dalle eccezionali circostanze.
Piccoli gruppi di Giustizia e Libertà (che raggruppavano socialisti, democratici e
repubblicani) e nuclei di comunisti svolgevano una cauta azione, sì da sfuggire al
vigile sguardo della polizia. Qualche anno prima giovani studenti portavano da
Milano le copie del “Non Mollare”, il non dimenticato foglio di Carlo Rosselli e
di Salvemini, andando a prelevarlo nello studio dell’avvocato Lelio Basso. I
“Quaderni dell’Italia libera” e fogli della propaganda pervenivano da Pavia,
all’ombra del cui Ateneo funzionavano gruppi studenteschi antifascisti di cui
facevano parte alcuni cremonesi che erano legati direttamente a nuclei di Milano.
L’imprudenza di due elementi cremonesi, portatisi in Francia, che inviavano
lettere, con nominativi e propaganda, ad antifascisti della città e della provincia
produsse la “caduta” o la dispersione di questi gruppi democratici.
Taluni elementi, già sospetti, vennero arrestati e qualcuno anche condannato al
confino.
Fra questi ultimi Leonardo Cottarelli, repubblicano e bonomiano di Vescovato:
egli aveva partecipato alla riunione di fondazione dei fasci, a Piazza San
Sepolcro il 23 marzo 1919, attratto dal programma repubblicano democratico del
“manifesto” fascista ma presto, chiaritosi quell’equivoco, si era prontamente
ritirato dall’insidioso movimento.
Al confino furono anche condannati: Carrettini, la signorina Ravazzani, Danilo
Barabaschi ed altri ancora.
Nel marzo-aprile 1943 i nuclei democratici ed antifascisti si andavano
organizzando.
Si è già detto dei rapporti ripresi con Milano e delle visite informative ad Ivanoe
Bonomi a Roma. Accanto a gruppi antifascisti dal carattere generico e
platonicamente “attendista”, un nucleo merita particolare attenzione, se non per
l’attività svolta in quel periodo (che non fu di grande apertura), per il fatto che da
esso uscirono molti uomini che poi furono parte della Resistenza cremonese

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