Page 86 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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che opera già per l’attuazione degli immediati obiettivi: rottura dell’Asse e fine
della guerra.
Gli elementi più coscienti dell’antifascismo democratico cercano la loro strada e
si pongono davanti con risolutezza i problemi da risolvere
Non siamo ancora alla resistenza armata. Si è allo stadio di un antifascismo
crescente che lavora, ancora in forma debole ma costante per il raggiungimento
dei fini immediati. A Cremona esistono, compatibilmente colle caratteristiche
provinciali, gruppi di antifascisti o democratici coscienti. Sono gli anziani, sono i
giovani che dallo studio e dalla dura esperienza della vita hanno tratto il loro
convincimento.
A Cremona si cerca dunque una strada. Vecchi amici o inviati di vecchi amici
dell’On. Ivanoe Bonomi vanno e vengono da Roma e recano a Cremona notizie o
impressioni dalla capitale.
Più intenso è lo scambio di notizie e di impressioni da Milano per la vicinanza
con la metropoli lombarda.
Arrivano in questo periodo, tramite collegamenti personali, documenti di azione
democratica. Sono i punti programmatici del Partito d’Azione.
E’ il giornaletto “Italia Libera” di Giustizia e Libertà. Questi documenti,
religiosamente custoditi e trasmessi tra vari elementi antifascisti che si
riuniscono in case private e si localizzano di sera in esercizi pubblici,
costituiscono l’elemento determinante in una serie di discussioni e di avances
programmatiche.
L’ambiente democratico cremonese man mano si va riscaldando.
Ormai il senso della necessità di porre fine alla disgraziata guerra di aggressione
e di defenestrare la banda insediata ai posti gi governo si va facendo strada.
Nei locali pubblici, su carri merce delle ferrovie attrezzati per uso viaggiatori, nei
negozi, in tutti i posti insomma ove si addensa e brulica la folla con tutti i suoi
problemi e le sue incertezze e le aspirazioni per l’avvenire, si parla apertamente,
si commentano le notizie sicure sullo svolgimento della guerra attinte alle fonti
della radio “nemica”, si impreca ai gerarchi, si chiede la fine della guerra e
l’allentamento delle gravissime restrizioni.
Anche dal fronte russo giungono per l’alta gerarchia fascista i messaggi di
sventura che suonano a morto per il fascismo.
A Stalingrado le armate sovietiche tengono duro: è lo slogan della tarda estate e
dell’autunno 1942.
A Stalingrado i russi hanno capovolto la situazione ed hanno stritolato nel
cerchio dei loro carri armati e nella muraglia di fuoco della loro artiglieria
l’armata hitleriana di Von Paulus. E' l’annuncio che nell’inverno del 1943 la
radio del mondo libero porta a tutti gli uomini liberi e a coloro che combattono
per la libertà nei paesi occupati.
Sui fronti gi guerra, da occidente e da oriente, le armate della liberazione europea
progrediscono giorno per giorno, sgretolando la difesa disperata degli schiavisti
asserragliati nel cuore dell’Europa.

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