Page 74 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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partito unico abbracciante tutti gli italiani, dai lattanti ai vegliardi cadenti,
poneva la necessità di una vigilanza sugli stessi iscritti che si traduceva nel più
spiccato scetticismo, sulla solidità e compattezza del partito. Lo si vide il mattino
del 26 luglio '43.
Aggiungiamo un’altra necessaria precisazione. Lo spirito di fronda traducentesi
in latente opposizione non aveva ancora, almeno in gran parte, un significato
“partitico” vero e proprio. Rispondeva alle generiche aspirazioni di avventurieri
disposti a vendere il paese al tradizionale nemico dell’Italia. Era una generica
istanza antifascista, colorata nei più da una vaga aspirazione democratica. La
tragedia della guerra, l’invasione straniera, la lotta clandestina nel paese e
all’estero, la direzione ideologica dei partiti democratici, avrebbero dato in
seguito alle masse dei cittadini, il senso democratico della situazione ponendoli
pertanto davanti alle loro responsabilità di uomini, di cittadini e di italiani
coscienti.

                  “ LA GUERRA VIENE LA GUERRA VERRÀ ! “
                                         1940 – 1943

Il 10 giugno 1940, sera, i microfoni collegati con la radio, scaglionati in piazza
del Duomo e in Piazza Roma a Cremona, gracchiarono alle folle riunite
l’annuncio della “grande ora”. Non c’era più tra le masse l’entusiasmo euforico e
spensierato di quattro anni prima, quando la voce littoria aveva scandito la
notizia della proclamazione dell’Impero.
Anche dai più sprovveduti la guerra d’Etiopia era considerata una cosa, altra
cosa la proclamata dichiarazione di ostilità alle potenze occidentali.
Nei quattro anni antecedenti, la situazione politica ed economica si era andata
aggravando. Il tenore di vita del popolo, dopo le restrizioni della guerra etiopica,
non era più tornato quello di prima. Cominciava la rarefazione e il conseguente
rincaro delle merci accompagnati dal graduale svilimento del salario.
La mobilitazione dei giovani non avveniva per “classi” ma per singoli richiami
attraverso le cartoline precetto. Lo stillicidio di queste influiva già sul morale
generale della popolazione. Talune classi avevano già sulle spalle un triennio di
“naia”con 40 centesimi al giorno di “decade” e farsetti di cotone anziché di lana.
L’atmosfera della folla era perciò, quella sera, piuttosto tesa ed oscura. La
Nazione, compresi i benpensanti e gli agnostici, aveva tirato un sospiro di
sollievo nel passato settembre, quando il governo aveva dichiarato la non
belligeranza.
Per quanto inesperti della guerra moderna e ancora all’oscuro dei tremendi mezzi
di offesa che si sarebbero rovesciati su di loro negli anni successivi, gli italiani,
in quel settembre, avevano guardato con malcelata apprensione i preparativi di

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