Page 70 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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persecuzioni che ne seguivano.
Roberto Farinacci, per mantenere nel suo partito la posizione di punta avanzata e
per compiacere il nuovo padrone tedesco, si distinse particolarmente in questa
vergognosa campagna. Intimamente non ne era convinto, se rispondono al vero
le notizie per le quali egli aveva rapporti con numerosi ebrei.
Ma per le ragioni sopra accennate egli prese un atteggiamento di forza.
Egli aveva stretti rapporti editoriali con una losca figura di libellista, già prete
cattolico, e già democratico, certo Giovanni Preziosi, direttore di una rivista
ricattatoria: “La Vita Italiana”.
Su questa rivista e sul “Regime Fascista” la campagna razzistica ed antisemitica
si disfrenò raggiungendo limiti (… tra i peggiori del Paese... ).
I tempi, frattanto, gradatamente si intorbidivano sull’orizzonte politico
internazionale.
Finché il fascismo era rimasto un fenomeno nazionale italiano, in una parola un
pericolo quasi “provinciale” per la democrazia Europea, i governatori stranieri
avevano dimostrato una certa tolleranza pel dittatore mediterraneo.
In fin dei conti, dicevano costoro, ogni popolo ha il governo che si merita e una
nazione anarchica come l’italiana, ha bisogno di una mano di ferro che la
governi.
D’altra parte, aggiungevano, Mussolini ha sfatato nel suo Paese lo spettro rosso.
Tesi assurda questa nel primo e nel suo secondo comma.
Mussolini non aveva sfatato nulla, si era limitato a scatenare in Italia, le forze
della reazione in attesa che queste si scatenassero anche in Europa.
Ora però questo pericolo era divenuto imminente.
La Germania, caduta in soggezione di una banda di pazzi e di fanatici,
minacciava la pace mondiale e l’assetto sociale e democratico dell’Europa. La
guerra di Spagna, col suo carattere ideologico, aveva chiaramente indicato le
mire dell’internazionale reazionaria e le velleità fasciste di sottomettere il mondo
alla nuova schiavitù babilonese.
I tempi dunque stringevano.
In Italia il regime era combattuto fra il senso di prudenza che nasceva nelle sfere
moderate della gerarchia dalla comprensione dello stato di impreparazione del
paese e la blague imperialistica dei più accesi caporioni che, sconsideratamente,
volevano affidare all’Italia un ruolo contrario ai motivi per cui essa stessa era
sorta.
L’Anschluss ed il Patto d’acciaio costituirono due durissimi colpi per uno strato
notevole del popolo italiano.
La Germania, vale a dire una grande potenza, si affacciava al Brennero
rompendo l’equilibrio creato ai confini del paese dalla democrazia di Vittorio
Veneto.
L’alleanza col tedesco, nemico tradizionale dell'Italia, colpiva dolorosamente
l’animo dei vecchi combattenti e di tutto il popolo.
La proditoria invasione della Cecoslovacchia, i cui figli nel I9I8 avevano

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