Page 67 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
P. 67

quando li vedrà compromessi per una politica azzardata della classe dirigente.
Sotto esiste la grande massa del popolo vincolato dai legami che sappiamo,
stordito da una propaganda fallace, preda facile delle sollecitazioni demagogiche,
restio a muoversi come forza sociale, ma forza decisiva quando guidata da forze
di avanguardia e relative idee guida.
I rapporti della “gerarchia” con la massa non sono dunque di comprensione e di
mutua confidenza, sono rapporti di forza o di frode demagogica a tempo
opportuno.
La fine della guerra d’Africa aveva segnato anche a Cremona l’apogeo del
regime. Il lato vistoso della guerra coreografica, la campagna propagandistica
della “valvola demografica”, la palpitazione patriottica o pseudo tale, in cui
caddero anche V. E. Orlando e Labriola, dell’Italia povera e perseguitata da Stati
potenti con l’assedio economico delle sanzioni, avevano creato nella massa uno
stato di soddisfazione per la fine della guerra che travalicava in una specie di
euforia nazionale. Sintomo di questo stato d'animo, evidentemente passeggero,
fu quanto si vide al ritorno a Cremona dalla impresa etiopica del capo del
fascismo cremonese.
Costui, mentre partecipava a una partita di pesca in allegra compagnia di
gerarchi, ebbe una mano asportata dallo scoppio prematuro di una bomba a
mano.
Il ritorno “dell’eroe” venne a Cremona accolto con una ovazione che non ha
riscontro nella storia cittadina.
Per avere un degno riscontro storico a questa manifestazione fascista
bisognerebbe risalire al 23 marzo 1850 quando il feldmaresciallo Radetzky, di
passaggio a Cremona, si fermò in piazza Lodi per il cambio dei cavalli alla
vettura e fu accolto dagli applausi della plebe che raccoglieva le svanziche
lanciate nel fango.
La proclamazione dell’impero aprì dunque una nuova fase, essa doveva essere
suscettibile di sviluppi, non però quelli che la propaganda fascista faceva
attendere.
La massa della Nazione, in buona fede, credeva che dall’immane sforzo di
sangue e di danaro compiuto ci si potesse ripromettere, a breve scadenza, un
compenso ed una valorizzazione.
Il mito dell’Etiopia come terra da conquistare con il lavoro e con il capitale
italiano sottratto ai bisogni impellenti della Nazione, ipnotizzava vasti ceti.
L’imponderabile delusione che seguì al ritardo, alle deficienze e infine al crollo
dell’impresa di valorizzazione coloniale fu uno dei fattori che contribuì a porre il
fascismo nella sua vera luce assieme agli eventi internazionali, aberranti per
l'anima italiana, dell’intervento in Ispagna, dell'Anschluss, del patto d’acciaio e
della folle tesi antisemita.
Questi imponderabili passi ponevano agli italiani seri quesiti da risolvere,
spogliando il fenomeno fascista dei suoi orpelli da parata e gettando il seme della
verità negli spiriti liberi e nelle vergini coscienze.

                                       67
   62   63   64   65   66   67   68   69   70   71   72