Page 38 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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agì nella zona di Soresina e nel cremasco e ciò per evidenti ragioni di ambiente
dato che in queste zone il sentimento cattolico era più fortemente sentito e
radicato che altrove.
L'organizzazione cattolica (in senso politico, ben inteso) era invece piuttosto
debole nel territorio cremonese vero e proprio e nel capoluogo della provincia.
Qui la massa dei cittadini aveva maggiormente subito l'influenza dei partiti laici
e, a differenza dei paesi sperduti nella campagna dove i preti vivevano quasi la
stessa vita dei lavoratori, aveva sotto gli occhi l'attività del partito moderato non
troppo tenera e sensibile alle necessità dei diseredati.
Nel Castelleonese e nel Cremasco l'originario anelito al miglioramento delle
masse contadine trovò sfogo nella propaganda e nelle parole d'ordine del
movimento popolare cattolico che additava, sotto il segno della religione, un
programma di rinnovamento sociale ed economico assai prossimo nelle riforme e
nei miglioramenti, se non nel fine ultimo, a quello socialista.
Guido Miglioli, mente chiara e lucido pensiero, anima devota all'ideale di
riforma, fu il vero e genuino apostolo della campagna popolare cattolica,
condotta da lui con volontà intensa e con spirito combattivo.
La sua elezione a deputato per il collegio di Soresina sancì, in forma eloquente, il
definitivo ingresso delle forze popolari cattoliche cremonesi nella scena politica.
L'opposizione alla guerra prima, nobilmente e conseguentemente fatta da
Miglioli nel Parlamento e nel paese, la resistenza contro il fascismo poi,
culminata nel patto di alleanza colle forze socialiste nel maggio 1922,
testimoniano l'adesione di queste forze agli ideali, alle grandi fasi del
Risorgimento Nazionale.
Terzo fra i grandi schieramenti politici provinciali viene in questo periodo il
raggruppamento democratico-radicale.
E' questo, nella sua rappresentazione ideale, un nobile fusto che si va sfrondando
delle sue foglie e dei suoi rami che serviranno da humus feconda ai movimenti
politici di avvenire. Trae le sue origini dalle luci del primo risorgimento, trova
nelle parole dei profeti e precursori di esso le sue parole d'ordine e il suo
programma.
Ma decenni di governo nei consigli della provincia, decenni di attività nella
scena politica l'hanno infiacchito e reso tardo.
La sua miglior funzione è quella esercitata nel decennio 1890-1900 quando,
partecipando alla grande alleanza dei partiti popolari, respinse con socialisti e
repubblicani il ritorno dell'assolutismo sulle baionette di Bava-Beccaris e coi
decreti legge Pelloux.
Ora i giovani più generosi si distaccano da esso, attratti da più luminosi ideali. Le
masse sorte a nuova vita non comprendono la sua parola limitatamente politica,
troppo settaria nell'impostazione laica e blandamente conservatrice sul terreno
delle innovazioni sociali pur nel formale riconoscimento della necessità di
graduali riforme.
Questo raggruppamento ha alla sua testa una spiccata individualità e un
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