Page 32 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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fabbrichette in città con nuclei operai di origine contadina, poco consistenti. Solo
a Crema l'industrializzazione avrebbe segnato punti di vantaggio con l'affermarsi
di solide imprese con numero abbastanza cospicuo di mano d'opera.
All’evoluzione politica di carattere economico, alla demolizione dei vecchi
costumi e della mentalità sorpassata, al miglioramento generale del tenore di vita
di tutti gli strati si accompagna la consapevolezza dei cittadini di essere
finalmente la forza della nazione in progresso.
Questa consapevolezza dei cittadini di essere finalmente la forza della nazione in
progresso si esercita nelle competizioni politico-amministrative e si rivela
attraverso gli organi della stampa provinciale.
Il “ quarto potere” esce in provincia dalla minorità e dalla soggezione di forze
intimamente reazionarie, così come il suo apparato meccanico esce dalle officine
artigianali per trasformarsi in organismi indipendenti e con mezzi adeguati.
Il giornalismo provinciale cremonese sorto praticamente verso la metà del XVIII
secolo come strumento ausiliario di velleità più o meno confessate assume, se
pure in modesta forma provinciale, la fisionomia e le caratteristiche di forza e di
impulso di un potere basato sulla sua capacità di informazione e di persuasione.
La stampa cremonese al servizio di grandi idee esplica con abilità e coscienza il
suo grande compito.
Questo è agevolato dalla presenza in provincia di scrittori e giornalisti che
farebbero onore, o lo faranno anche, alla ribalta nazionale: Fulvio Cazzaniga,
Francesco Robolotti, Leonida Bissolati, Arcangelo Ghisleri, Ettore Sacchi;
accompagnati e seguiti da una pleiade di minori, esperti di problemi
amministrativi, filosofici e politici.
La stampa cremonese svolge così a varie riprese potenti campagne e per gli
ideali nazionali-unitari e per la difesa delle libertà minacciate.
Quando, con impeto garibaldino, balzerà nell'agone la dialettica d’assalto delle
masse popolari contro quella interlocutoria degli abitudinari, Cremona assumerà
una importanza travalicante il cerchio modesto delle sue mura. A testimonianza
di questa diretta partecipazione della provincia alla vita nazionale e del
contributo dato da essa a problemi agitantisi in una sede più vasta si può citare le
iniziative di grande respiro sviluppatesi a Cremona verso la fine del secolo e
l'inizio del nuovo: il congresso nazionale delle Mutualità, il convegno delle
banche popolari, il Congresso Nazionale degli insegnanti, il convegno nazionale
della difesa della pace...
Accanto all'attività giornalistica e a quelle di apertura nazionale si sviluppano
iniziative culturali e di studio di importanza notevole.
Già dopo il 1860, in un articolo riportato dal “ Corriere Cremonese”, Niccolò
Tommaseo attestava che fra le città d'Italia, Cremona, Como, Pesaro, Ancona si
distinguevano come cenacoli di studi umanistici e centri di raccolta, forse più
delle grandi città, di attività e di iniziative culturali.
A Cremona infatti, oltre la Civica Biblioteca e varie altre private ricche di
migliaia di volumi e di incunaboli rari, ancora prima del 1848 a cura dell'Abate

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