Page 29 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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interdipendenza dialettica, anche nella nostra provincia sono la forza motrice per
l'avvenire.

                IL CAMMINO VERSO UNA SOCIETÀ MODERNA
               DI CUI IL FASCISMO È L'ANTITESI ABERRANTE

Nel primo decennio del secolo XX il processo evolutivo provinciale nel senso in
precedenza indicato appare ormai giunto ad uno stadio avanzato.
L'immissione delle forze nuove nell'alveo nazionale è un dato acquisito; il
livellamento di esso al grado di progresso delle precedenti espressioni politiche è
pur esso quasi raggiunto.
C'è stato lo sbocco nella fase sociale che, correlativamente, al progresso negli
altri campi, rappresenta il coronamento dell'edificio risorgimentale.
Sotto l'impulso di queste nuove forze si pongono premesse per l'avvenire e si
inizia una nuova marcia verso la fase risolutiva del ciclo storico. Insensibilmente
si è operata in tutta la provincia la demolizione dei residui feudali e della vecchia
mentalità ormai superata.
Se fino alla metà dell'800 la provincia cremonese come tutta la Lombardia
appariva ancora totalmente impregnata dai persistenti fluidi dell'età trascorsa e
ancorata a uno stadio primitivo, ormai superato nelle concezioni ma ancora
evidente e vivo alla generazione presente, ora grazie al lavoro compiuto tutto
appare sostanzialmente mutato. La fase illuministica dell'ultimo periodo
austriaco aveva cercato, attraverso riforme di istituti e di costumi, attraverso
incoraggiamenti dall'alto, attraverso miglioramenti di colture e di imprese, di
dare volto più moderno allo stato di cose esistenti.
Mancando il presupposto fondamentale della democrazia politica e dell'impulso
nazionale però l'opera doveva restare tronca e con ripercussioni piuttosto lievi
sulla ulteriore evoluzione. Immessa l'Italia unita nel ciclo nazionale l'opera di
diradamento degli sterpi nella landa della vita sociale e di abbattimento dei
vecchi ruderi ormai inutili o addirittura pericolosi doveva essere portata a
termine in un lasso di tempo relativamente breve.
Più che i mutamenti appariscenti dovuti all'abbattimento delle vecchie
istituzioni, alla rottura dei vecchi legami corporativi, al disfacimento di
organizzazioni più che centenarie, l'impronta palese dell'opera di demolizione si
rivela nella mutata mentalità e nella più spiccata sensibilità acquisita dalla nuova
generazione risorgimentale.
La tendenza paternalistica all'impostazione e risoluzione dei problemi tende a
scomparire correlativamente alla ricerca di metodi di lavoro stabiliti in un
sempre più vasto contradditorio.
L'opinione pubblica si orienta verso un allargamento della visuale generale sui
problemi di ogni specie; la mentalità generale si affina, liberandosi da asprezze

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