Page 24 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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grande tesi democratico-nazionale, evolversi fino ad identificarsi in tutti i suoi
figli aventi in tutti i campi pari doveri e pari diritti.
Chiusa perciò la fase unitaria, aperta e in via di sviluppo quella democratica,
legata a questa doveva ben presto precisarsi e svilupparsi anche la fase sociale
intravista, in embrione e dottrina, da pensatori uomini di azione come Mazzini,
Montanelli e Pisacane.
Il fenomeno doveva verificarsi su due direttive:
L'immissione nella vita pubblica e la partecipazione cosciente ad essa di tutte le
masse di popolo fin qui rimaste estranee, per le accennate ragioni, al grande
moto.
La partecipazione , oltre che al ciclo produttivo della economia nazionale, anche
alla direzione di questa con conseguente elevamento del tenore di vita materiale
e morale dei ceti diseredati.
Nella stessa evoluzione risorgimentale in atto, a un certo punto, si nota questo
inizio, questa svolta sociale operata e avvertita dai più pensosi alfieri del “ Partito
d'Azione Mazziniano-Garibaldino”.
Se Garibaldi a Caprera aveva deposto la sua spada, nemica della guerra, per
impugnare i pacifici arnesi campestri e per brandire nuova arma per lui a pro
dell'Italia, la penna di propagandista della nuova missione dei Patrioti, una parte
notevole dei suoi seguaci si era dedicata ai nuovi compiti del risorgimento :
l'elevamento del popolo, l'identificazione di questo con la Patria italiana.
Se ardua e lunga impresa era stata quella di arrivare all'unità nazionale e alla
affermazione democratica fra ostacoli e incomprensioni di ogni genere, ben più
difficile avrebbe dovuto essere il compito di dare contenuto sociale riformatore
alla società italiana in formazione e di far partecipi i lavoratori italiani alla
funzione direzionale dell'economia.
La situazione di fatto, specie nella provincia di Cremona, con la predominante
strutturazione agricola, con modesti nuclei artigiani, presentava ostacoli
complessi derivanti da una serie di ragioni solo in parte riferibili a quelli di
ordine propriamente politico.
Ostacoli di natura economica derivanti da più che centenari metodi e rapporti di
conduzione agraria, difformità di ambienti, pregiudizi derivanti in massima parte
dalla sostanziale immaturità di entrambi i ceti contrapposti, impedivano di
risolvere le contraddizioni del regime economico.
La fase sociale del Risorgimento posta in essere da studi e da dottrine dei
rivoluzionari a sé conseguenti, trovò a un certo punto terreno fertile, dissodato ai
margini dai pionieri del Risorgimento, nelle grandi masse per lo stato di miseria
fuori ogni limite umano di sopportazione, e perché come nel risorgimento
politico unitario, la massa rivelò in se stessa e a se stessa il grande lievito
rivoluzionario di cui era portatrice.
Ai pochi spiriti liberi che, nel decennio precedente, avevano dato impulso allo
sforzo riformatore ed innovatore la prima grande levata di scudi della classe
contadina cremonese negli scioperi agrari della primavera del 1882, apparve
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