Page 250 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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Verso le ore 20 del 25 aprile un sergente tedesco si presentò al comando
partigiano per chiedere se le truppe potevano passare per il paese. Fu risposto che
avrebbero dovuto cedere le armi.
Il giorno seguente, a gruppi, i tedeschi cercarono di passare. Circa 200 furono
disarmati.
Le truppe tedesche occupavano la zona compresa tra il fiume Po e l’argine
maestro.
In alcune scaramucce fu abbattuto un tedesco, mentre cadeva un partigiano.
Una pattuglia di patrioti decisa a farla finita con i tedeschi, s’inoltrò in golena per
un chilometro oltre il posto di blocco, finché fu attaccata dai tedeschi. Nel
successivo combattimento cinque partigiani cadevano uccisi e quattro feriti.
Furono, allora, richiesti nuovamente aiuti alle formazioni patriottiche dei vicini
paesi. Giunse un centinaio di partigiani si schierarono nei punti strategici a difesa
della borgata.
Il mattino seguente un altro patriota di sentinella sull’argine venne colpito a
morte.
Il 27 aprile un’autocolonna tedesca forte di 600 uomini con mitragliatrici pesanti
e un cannoncino, dalla “Cartiera” si diresse verso Borgolieto.
Giunta sull’argine sparò su Gussola, mentre una sua squadra cercava di
accerchiare una pattuglia partigiana. Cadde ucciso un altro patriota.
Per tre giorni ancora la zona di transito tra Gussola e Torricella fu teatro d’aspre
scaramucce fra bosco e piarda, fra argine e paese.
Ma i patrioti, ora, fortemente armati, vegliavano ovunque. Una colonna di 300
tedeschi fu respinta, un’altra, forte di 2000 elementi, deviata verso l’interno dove
poi passo per passo, venne disarticolata e disarmata.
Nella zona di Gussola, forse per vendicarsi dell’ostinata resistenza incontrata, i
germanici compirono atti selvaggi di barbarie. Furono così incendiate masserizie
e bestiame rapinato. Due partigiani garibaldini il sabato successivo vennero
ritrovati sepolti in una concimaia presso la “Cartiera”. Ad uno di loro, Giuseppe
Marconi, era stato asportato il cuore.
Dalla linea rivierasca del Po la battaglia, poco a poco, si spostava verso la
provincia lungo le strade provinciali e campestri d’arroccamento.
Dopo il passaggio del fiume, le formazioni germaniche assumevano, sempre
maggiormente, l’aspetto di bande in fuga disordinata.
Era la rotta completa, lo sbandamento delle unità che, fino a poco tempo prima,
costituivano l’orgoglio dell’armata Italia della Wehrmacht.
Ovunque, nei piccoli e medi paesi del Cremonese i nuclei di patrioti si erano fatti
numerosi e bene armati.
La battaglia si dilungava da paese a paese. Staffette delle S.A.P. correvano a
chiedere aiuto alle formazioni volontarie dei paesi vicini quando il nemico era
più forte e disponeva di un grande armamento.
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