Page 253 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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Furono trovati due automezzi; vi si stiparono sopra gli ex detenuti. Si provvidero
anche di armi (tre mitra, quattro bombe tedesche anticarro...) per far fronte ad
eventuali aggressioni nazi-fasciste.
E iniziò il viaggio di ritorno dei patrioti fra canti ed allegri discorsi fino a Crema.
Qui si parò innanzi la minaccia di una colonna di “mongoli” mercenari armati
fino ai denti e insatanassati per la prossima resa dei conti.
I patrioti, prima che i mongoli ne avvertissero l'arrivo, ripararono i camion sotto i
portici della piazza di Crema, in prossimità del Municipio.
E stettero qui, in attesa, decisi a vender cara la pelle se fossero stati scoperti.
Stefano Corbari, già Comandante delle Matteotti ed arrestato nel luglio,
“Luciano” Bera e Nino Screm, si misero in agguato con le bombe anticarro
pronte per il lancio.
Nulla però avvenne. I mongoli, quasi odorando il vento infido, si allontanarono.
I mezzi degli ex prigionieri proseguirono il viaggio. Oltre Soresina incontrarono
un’autocolonna americana in marcia.
Già il giorno prima il comando germanico di Cremona aveva abbandonato la
città per dirigersi verso il nord. Gli ultimi reparti di questa formazione furono
però disarmati poco oltre Bordolano.
Sul “Fronte Democratico” del 2 maggio 1945 compariva il seguente comunicato
del C.L.N.:
“Il C.L.N. di Cremona, in virtù dei poteri conferitigli dal governo nazionale, in
conformità di quanto già decretato dal C.L.N.A.I. dichiara che con la mezzanotte
del 1° Maggio 1945 la lotta insurrezionale debba considerarsi conclusa”.
Finiva, per la provincia di Cremona, la guerra contro il tedesco così come era già
finita la lotta contro il fascismo.

Ed anche la nostra fatica è terminata.
Gli avvenimenti successivi alla liberazione, anche se strettamente collegati con
essa, si riferiscono a una nuova era di storia cremonese, quella inaugurata dal
secondo Risorgimento.
Democratizzazione della vita provinciale nei suoi organismi amministrativi,
politici e nel costume; elezione della Costituente, proclamazione della
Repubblica.
Questo il coronamento dell’edificio, eretto dai padri durante la fase della
costruzione dell’unità nazionale, smantellato dal fascismo eversore, restaurato e
completato dalla democrazia cremonese a costo di dure lotte e di non meno gravi
sacrifici.
Lasciamo le conclusioni al lettore.
Questi, se ha vissuto i 20 mesi clandestini, avrà la netta percezione che ha avuto
anche l’estensore delle presenti note.
Il filone del primo Risorgimento, attraverso e nonostante la parentesi fascista,
arrivò fino al periodo della lotta di liberazione smuovendo i cuori, illuminando le

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