Page 240 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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Giacevano ancora nelle bare, grondanti sangue per le ferite aperte, i corpi
esamini dei patrioti e dei partigiani cremonesi caduti per le strade della città e
nell’aperta campagna contro le orde nazifasciste in fuga.
Non sangue per il sangue. Troppo nobile e grande era stato il sacrificio dei nostri
migliori perché lo si volesse vendicare con esecuzioni.
I fascisti pagarono il fio delle loro colpe.
Ai patrioti cremonesi, nella gloriosa Basilica del Duomo, alla presenza di tutto il
popolo, furono resi gli onori dovuti al loro sacrificio.

      L’APRILE VEDE I TEDESCHI IN FUGA VERSO LE LORO TANE

                              Quando l’Aprile d’Itala gloria
                              dal Po rideva fino
                              a lo Stelvio e il popol latino
                              si cinse su l’Austria
                              cingol di cavaliere

                              Giosuè Carducci

Con la liberazione di Cremona dal fascismo e con il crollo della “Repubblica
Sociale” non si erano affatto esauriti i compiti di lotta del Movimento di
Liberazione cremonese.
La parola d’ordine del C.L.N.A.I. era: distruggere e perseguitare il tedesco fino a
che si arrendesse; impedirgli in tutti i modi di costituire un’ulteriore linea di
difesa sui valichi alpini.
L’insurrezione nazionale praticamente iniziò in provincia, nel casalasco, fra il 22
e il 23 aprile.
Casalmaggiore venne liberata dai fascisti, con la occupazione del Municipio e
delle Caserme della G.N.R. e con l’insediamento del locale C.L.N. Proseguiva
però, duramente, la battaglia contro le truppe germaniche.
Da Casalmaggiore a Cremona, fra il 22 aprile e il 26, tutti i paesi e le borgate si
scrollarono di dosso la tirannide repubblichina, con il disarmo e la fuga dei
militi, con la cattura dei fascisti più compromessi e con l’insediamento in loco
dei C.L.N. comunali, subito impegnati nella azione amministrativa e di governo.
Lo stesso era avvenuto nella zona del Pizzighettonese, di Castelleone, di
Soresina e Soncino.
A Soresina gruppi di fascisti si erano asserragliati nella torre littoria prospiciente
la strada provinciale. Qui, però, il movimento patriottico era ben organizzato così
che le formazioni partigiane entrarono tosto in azione liquidando, dopo una lotta
ostinata, i tentativi di resistenza repubblichina.

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