Page 20 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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della democrazia esposta ad urti della dittatura.
Anche questa è perciò una premessa al fascismo considerato non soltanto come
fenomeno del XX secolo prodotto dalla guerra e dall'egoismo di classe, ma anche
come portato e derivato di tutti i vecchi mali incancreniti della società e della
politica italiana.
Le forze democratiche del Risorgimento tesero però fin dall'inizio al
raggiungimento degli obiettivi indicati.
La trasmutazione dall'interno dello stato politico era possibile con l'affermazione
in senso evolutivo dei principi democratici con l'allargamento di una base più
cosciente.
Quest'ultimo risultato si otteneva mercé la costituzione e l'attività di società
politiche e patriottiche (Reduci, Veterani, Costituzionali, Associazioni
Patriottiche di Mutuo Soccorso fra Operai, ecc...) nonché mediante la sempre
crescente diffusione della cultura.
Al censimento del 1861 poco meno della metà della popolazione del Comune di
Cremona risultava illetterata, con due scuole elementari e quattro minori.
I giornali politici nazionali e il bisettimanale di notizie del capoluogo avevano
una ben scarsa diffusione e tiratura.
La situazione di fatto, considerata dall'angolo di visuale dei progressisti, era ben
penosa e suscettibile di un assai difficile miglioramento.
Analfabetismo, miseria, apatia in basso: Egoismo, corruzione, abuso di poteri
nella classe monarchica dirigente. Al ceto illuminato voglioso di affermare su
solide basi le istituzioni democratiche spettava un ben duro compito tanto in città
quanto e più ancora nei paesi della provincia.
Evidentemente se il partito oscurantista, anziché ritirarsi sotto la tenda di Achille
dell'attendismo fondato sulla speranza di un intervento straniero, avesse preso
l'iniziativa, facilmente sarebbe riuscito ad avere il sopravvento ed a soffocare in
culla la gracile democrazia.
Ci sono però nella storia dei momenti in cui i Partiti del passato, quasi per una
nemesi fatale si lasciano sfuggire dalle mani l'occasione e le armi più
formidabili, mentre i movimenti dell'avvenire, con possibilità minori, ma con
uomini e con idee temprate alle grandi lotte riescono ad avere per intuito e
volontà, la supremazia nel momento decisivo.
In ciò è maestra la storia delle più grandi rivoluzioni di popolo che il mondo
abbia mai conosciuto.
Anche nel Risorgimento italiano avviene la stessa cosa. Le élites democratiche si
pongono arditamente e coscientemente alla guida delle masse per sé progressiste,
quando siano chiarite dei motivi essenziali basati su riforme e sui loro interessi e,
in breve volgere di tempo, riescono a collocare le loro batterie su un terreno più
favorevole.
In città l'ideale democratico nazionale comincia a guadagnare alla causa strati più
numerosi dell'artigianato e del piccolo commercio. A due riprese Garibaldi parla
al popolo di Cremona.

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