Page 22 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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di Ettore Sacchi.
Se a Cremona la combattuta elezione di Macchi indicava la tendenza degli
elettori volti al progresso, anche gli elettori del Casalasco, inviando per due volte
alla Camera Giuseppe Garibaldi e Francesco Domenico Guerrazzi, preludevano
alla elezione verso fine secolo del repubblicano Ing. Cavour Beduschi.
Solo il circondario cremasco che pure ( come risulta da documenti ed articoli di
giornali del periodo 61-64) aveva visto con soddisfazione il suo distacco dalla
provincia di Lodi che monopolizzava tutti gli uffici e le Magistrature
Provinciali, non partecipava a questo moto evolutivo preferendo seguire, forse
anche per aspirazione ad una sua maggior valorizzazione, una linea più
dichiaratamente locale.
Col passare del tempo anche altri collegi della provincia come Pizzighettone ,
Soresina, Pescarlo subirono una evoluzione in senso democratico.
A Pizzighettone verso il '70, veniva eletto il Sonzogno scrittore e pubblicista di
indubbio valore chiaramente orientato verso la democrazia radicale.
Veniva pure eletto qualche tempo appresso nel collegio di Pescarolo il
repubblicano Mori, mente aperta di riformatore, organizzatore nei suoi fondi di
Cittadella di Stagno di una colonia cooperativa di contadini.
Nel settore più propriamente amministrativo della provincia il consolidamento e
l'affermazione del principio democratico seguivano di pari passo col movimento
generale delle idee e colla evoluzione dell'economia provinciale verso forme più
perfezionate e moderne.
Residuo dell'ordinamento sardo, i sindaci venivano scelti fra consiglieri e
nominati dal potere centrale.
Anche per le elezioni amministrative valevano criteri censuari con un lieve
regresso rispetto alle leggi austriache che pure ammettevano le donne come “
deputati comunali” dei piccoli comuni ove non esisteva un consiglio vero e
proprio.
Il comune di Cremona ebbe, a varie riprese nel corso del periodo, rappresentanze
più o meno forti del movimento radicale democratico tali da giungere anche alla
maggioranza assoluta.
Durante i tristi fatti della repressione novantottesca il consiglio di Cremona e il
sindaco assunsero un atteggiamento molto comprensivo della situazione e di
riprovazione aperta degli stessi metodi repressivi, anticostituzionali del Governo.
La già allora opinione pubblica italiana, fortemente influenzata da dottrine
rinnovatrici, si orientava chiaramente per un rinnovamento politico e sociale.
Una grave lacuna resta da sottolineare nella vita politica provinciale così come in
tutta la vita italiana del periodo.
Le masse cattoliche, ipnotizzate dalla “ questione romana”, restano estranee alla
vita della nuova sorgente democrazia.
Assistono allo sviluppo di questa senza parteciparvi così da protrarre nel tempo il
processo costruttivo di una coscienza nazionale e da renderne più fragile la
nuova costruzione: atteggiamento che si ripercuote nel tempo e al quale si cercò
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