Page 223 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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E’ il 19 aprile. Dalla caserma di Via Goito sono, da alcuni giorni, evasi alcuni
soldati della repubblica, a mezzo di una corda, trafugando armi.
Lasciano sul lastrico una striscia di sangue. E’ il segno dell’era sanguinosa e
rubesta che si appressa.

                       IL CROLLO DEL FASCISMO IN CITTÀ
                                  - CREMONA LIBERA -

La sensazione chiara, precisa, irreparabile della débacle nazifascista si ebbe a
Cremona a cominciare dal pomeriggio del 22 aprile 1945.
Da una decina di giorni il fronte meridionale dell’ottava Armata britannica e
della prima Armata americana si era messo in movimento. Prima con formidabili
concentramenti di fuoco sulle posizioni difensive tedesche in Romagna, a sud di
Bologna e nella zona di Garfagnana; poi con puntate d’assaggio operate da
colonne corazzate, Divisioni italiane, potentemente armate (fra esse il “Gruppo
di combattimento Cremona”), collaborano con gli Alleati.
La battaglia per la Germania era sul declinare. I russi combattevano fra le case di
Berlino; le armate angloamericane, superato il Reno, si spingevano nel cuore
stesso della Germania, frantumando a colpi potenti di ariete le disperate difese
della Wehrmacht, dei raccogliticci “granatieri del popolo” e le insidie dei
cosiddetti “lupi mannari”.
La seconda guerra mondiale, dopo la distruzione dell’apparato offensivo
germanico, vedeva ora l’abbattimento degli ultimi vestigi di resistenza,
organizzata con la forza della disperazione, dei più accaniti corifei dell’ordine
nuovo.
Sul fronte italiano l’iniziata battaglia doveva portare all’annichilimento totale
dell’esercito tedesco qui dislocato, per impedirgli di recare un contributo
all’estrema difesa del baluardo alpino. Baluardo concepito da Hitler, forse più
nei vaneggiamenti dei sogni che nella praticità dei piani, come ultimo riparo dei
più fanatici nazisti e delle divisioni SS.
Il piano alleato era diretto a questo scopo: sfondare il fronte tedesco in Italia e
precedere, con rapidissima puntata attraverso il Veneto, il nemico in ritirata per
distruggerlo e impedirgli di riportare al Brennero truppe ancora organizzate
anche se sconfitte.
La funzione che i partigiani italiani dovevano svolgere, oltre a quella di abbattere
lo staterello nazista di Mussolini, era impedire ai tedeschi di sganciarsi, attaccarli
in tutti i modi, distruggerli o costringerli alla resa.
Le punte corazzate dell’8^ Armata, dopo alcuni giorni impiegati nello
sfondamento del settore adriatico della linea gotica, si erano affacciate su largo

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