Page 218 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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Un’impresa arrischiata viene compiuta il 3 marzo a Crema. Un gruppo di patrioti
si presenta alla casa di due SS in licenza per disarmarli. Viene raccolto un buon
bottino d’armi. Ma il comandante Galmozzi viene riconosciuto, assieme ad altri
partigiani deve allontanarsi dalla città.
Il 10 marzo viene disarmato, a Cumignano, un fascista ex segretario del fascio.
Il 12 marzo, sulla linea ferroviaria di Crema, sono disarmati quattro militi della
G.N.R.
Disarmi successivamente avvengono a Crema, a Credera, a Castelleone, sulla
strada di Fiesco, nei pressi di Dovera, a Romanengo, Cremosano, Formigara. Tre
militi sono disarmati nei pressi di Montodine, altri a Villa, 2 a Villacampagna, tre
sulla strada Cumignano- Genivolta.
Anche in questa zona esiste una situazione preinsurrezionale, con atti di
sabotaggio alle linee telefoniche, lanci di volantini, disseminazione di chiodi,
collocamenti di ordigni esplosivi.
Scontri a fuoco avvengono contro pattuglie nemiche nelle vicinanze della
stazione di Crema e in una cascina presso Azzanello. Qui una squadra volante si
era riparata la sera del 31 marzo. Quando tre fascisti si accingono ad entrare nella
cascina ha luogo una nutrita sparatoria: un fascista cade ucciso, gli altri due sono
feriti.
La pattuglia partigiana si ritira senza alcuna perdita.
Nei pressi di Castelleone viene giustiziata una spia, un ufficiale tedesco che si
era infiltrato, a scopo provocatorio, nel movimento clandestino ma era stato
smascherato.
La valutazione di questa attività partigiana di resistenza, che assume aspetti di
punte offensive contro lo schieramento avversario, è nettamente positiva.
Dalla fase difensiva e di resistenza clandestina su cui, fin quasi al dicembre
1944, poggiava l’azione del movimento cremonese di liberazione, si passa ora a
quella che precede immediatamente lo sbocco insurrezionale.
Sono piccoli colpi di mano, sono sorprese ardite, sono scaramucce compiute a
sangue freddo e con pieno dominio delle forze controllate.
Il nemico si pone sulla difensiva. Molto per l’evolversi degli eventi nazionali ed
internazionali a lui avversi. Ma anche per l’attività coraggiosa e cosciente delle
punte avanzate del movimento patriottico che, forte dell’appoggio morale ed ora
anche apertamente materiale della massa del popolo, rintuzza i tentativi avversari
e li scompagina con azioni di sorpresa. Così tiene impegnati su tutto il territorio
della provincia interi reparti repubblichini che potrebbero agire, invece di far
servizio di guarnigione, altrove, nei punti e nei momenti essenziali dello scontro
bellico.
Ogni giorno che passa, del resto, reca all’avversario segni sempre più tangibili
della sua imminente dissoluzione. Tedeschi, ora generalmente di origine
austriaca, e fascisti disertano sempre più facilmente; passano ai partigiani
prigionieri russi o cecoslovacchi arruolati a forza nella Wehrmacht. Le stazioni
della G.N.R. praticamente sono isolate, prive di comunicazione telefonica spesso
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