Page 220 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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Né uscendo dalla clandestinità, oppressa da una brutale cappa di violenza, si può
pretendere che le formazioni partigiane funzionino e siano equipaggiate “fino
all’ultimo bottone delle uose”.
La situazione, sostanzialmente rivoluzionaria, dell’insurrezione è tale che non è
possibile concertare fino al centesimo l’impiego di un uomo o di un nucleo.
Nell’improvvisazione insurrezionale del momento, le forze addestrate e
organizzate in essa immesse hanno soprattutto il compito di catalizzare attorno a
sè altre forze, così da creare un fronte di lotta il più robusto possibile contro gli
avversari.
Ciò, implicitamente, era nei piani organizzativi di ciascuna formazione militare
clandestina di partito.
Sarebbe stata follia la sopravvalutazione delle forze già organizzate per
immetterle da sole nel crogiuolo della battaglia.
Le brigate partigiane S.A.P. sono perciò, ancora nella fase preinsurrezionale,
formazioni di quadri nelle quali si farà posto a tutti i patrioti che accorreranno
sotto le loro bandiere nell’ordine decisivo della lotta.
Vediamone un po’ da vicino la strutturazione.
Innanzitutto essa è, praticamente, eguale per tutte le formazioni.
Unità classica è la brigata partigiana il cui effettivo si aggira sui 300 uomini.
Ogni brigata comprende due battaglioni; un battaglione due e più distaccamenti;
ogni distaccamento due o più squadre partigiane.
Il comandante di Brigata SAP è fiancheggiato nell’attività politica e di comando
da un commissario. E così ogni comandante dei reparti sottoposti.
L’organamento del Corpo Volontari della Libertà, stabilito in seguito a laboriose
elaborazioni derivanti dalla necessità unitaria di tutte le formazioni, comporta
necessariamente un Comando Unificato dipendente dal Comando Regionale,
emanazione a sua volta del Comando Generale del Corpo Volontari della
Libertà.
Il comando della zona di Cremona (città e provincia) dei Volontari della Libertà
è rappresentato dal Comando Piazza istituito, come si è detto, dal C.L.N. in
periodo clandestino.
Le forze di tutte le brigate SAP, nei giorni dell’insurrezione, saranno riunite in
una “Divisione” che assumerà il nome di “Divisione Cremona del Corpo
Volontari della Libertà“.
Il Comando Piazza (cioè il comando provinciale) è affidato a Giacomo
Salvalaggio, indipendente, Ottorino Frassi del P.S.I.U.P. è il commissario
politico della forza della “Piazza“, Lionello Miglioli del Partito d'Azione è
vicecomandante, Giambattista Bianchi, della D.C. capo di Stato Maggiore,
Gioele Guarneri del P.L.I. dirigente i servizi d’intendenza.
Naturalmente del Comando Piazza fanno parte un certo numero d’ufficiali, già
subalterni all’esercito, e i comandanti delle varie formazioni partigiane:
Garibaldi, Matteotti, Fiamme Verdi, Giustizia e Libertà, Brigata del Fronte della
Gioventù.

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