Page 222 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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guidato al momento dell’insurrezione dal tenente Ottorino Frassi, commissario
politico Gino Rossini.
Il raggruppamento brigate “Fiamme Verdi” organizzate dalla Democrazia
Cristiana, comprendeva tre brigate: 1^ Brigata “B.Zelioli” per la zona di
Olmeneta e Cremona; 2^ Brigata “Zambelli” comprendente la zona ovest della
provincia; 3^ Brigata “A.Boccoli” per la zona est della provincia (per le
intitolazioni vale quanto detto per le “Ghinaglia”, ndc).
Pure il raggruppamento “Fiamme Verdi”, comandato da Giambattista Bianchi
con l’assidua assistenza di Ottorino Rizzi, aveva un’ottima efficienza specie
nella zona ad est della provincia, ove esistevano forti nuclei che diedero attività
nel periodo propriamente clandestino.
Il raggruppamento, oltre l’attività insurrezionale, a mezzo del già ricordato
Ottorino Rizzi, esercitò un notevole servizio di informazioni per il Comando
Generale del C.V.L. fornendo dati ed elementi di grande importanza.
Nella zona cremasca esistevano, inoltre, gruppi di Fiamme Verdi che
esplicarono, in loco, una notevole attività.
La “Brigata Rosselli” di Giustizia e Libertà, era stata organizzata in periodo
clandestino dal Partito d’Azione. Comandante della brigata, avente soprattutto
carattere cittadino, era Lionello Miglioli. La brigata comprendeva un buon
numero di partigiani: 171, cui nel periodo insurrezionale si aggiunsero 336
patrioti.
Anche il “Fronte della Gioventù”, l’organizzazione unitaria della Gioventù
Cremonese in periodo clandestino, aveva organizzato, a mezzo nei primi tempi
di Adriano Andrini, Gastone Dordoni, G.F.Marca, Stefanini e Oscar Astori, la
sua brigata. Intitolata “Eugenio Curiel” essa, nei giorni dell’insurrezione, darà
prova di valore e di sacrificio.
Queste le forze che la democrazia cremonese, diretta dal C.L.N., si accingeva a
lanciare nella lotta per la riconquista della libertà.
Certamente i caporioni fascisti nelle ultime notti insonni, e nei conciliaboli
tattico-politici, non immaginavano di agire sopra un terreno minato.
Ritenevano che la popolazione di Cremona non sarebbe riuscita ad esprimere dal
suo seno un così florida compagine di combattenti, una messe di giovani vite
che, volontariamente, si sarebbe esposta al piombo dell’invasore per il riscatto
nazionale.
Di queste fallaci illusioni, fallaci come le speranze nelle “armi nuove”, i fascisti
si nutrono fino all’ultimo.
O non lo dice ancora, nel suo discorso al cinema “Littorio”, il camerata Gino
Meschiari inviato dal p.f.r. a tener saldo il morale dolente dei repubblichini?
E son tutti là, miliziotti e ausiliarie, briganti neri e g.n.r., marinai della “X mas”
divenuti imboscati di terra ferma, profughi e ministeriali. Cantano gli inni della
“Rivoluzione”. Ma è un’altra, è l’insurrezione del popolo che già sommuove
l’aria tranquilla.

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