Page 219 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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tagliata dai sabotatori. Di notte le strade si coprono di posti di blocco delle
squadre volanti partigiane che sparano contro gli automezzi fascisti in
movimento.
Il morale della “massa” fascista in provincia, boicottata dal resto della
popolazione, cade ancor più rapidamente che in città, dove essa, essendo più
compatta, può reggere maggiormente alla pressione di una opinione pubblica che
ormai si manifesta liberamente.
D’altro canto, come si è precedentemente notato, l’attività, sia pure
frammentaria, delle punte avanzate patriottiche in provincia equivale a un vero e
proprio corso di addestramento per quei partigiani che, nei giorni
dell’insurrezione, costituiranno i quadri delle unità insurrezionali in lotta contro i
fascisti e specialmente contro i tedeschi in ritirata dal fronte meridionale.
Durante l’insurrezione, essendo le formazioni partigiane della montagna molto
distanti dalla nostra provincia e per di più impegnate in azioni offensive contro i
reparti di ex rastrellatori, il peso della lotta graverà sulle nostre formazioni
sapistiche clandestine, uscite dalla clandestinità e perciò con tutti i difetti di un
mancato addestramento, per immettersi direttamente nella battaglia aperta.
Le formazioni partigiane del periodo clandestino, così come sono ancora nella
fase preinsurrezionale, rappresentano perciò l’intelaiatura entro la quale si
sistemeranno gli accorrenti al nuovissimo bando dell’insurrezione.
Entrando in battaglia le brigate S.A.P. della provincia, generalmente inquadrate
da ufficiali subalterni di complemento dell’esercito e da valorosi partigiani che si
son fatti un’esperienza sulle montagne del Piemonte, del Parmense e del
Piacentino, presentano indubbiamente dei gravi difetti.
Inesperienza nel sostenere il fuoco, visione limitata delle complesse strategie di
movimento, modesto addestramento alle armi.
A questi difetti supplisce lo slancio potente di fuoco patriottico che si anima di
riflessi sociali e democratici.
Le formazioni reclutate in provincia per la massima parte sono formate da
giovani contadini. Presentano perciò un’omogeneità di composizione che le
rende più idonee e più amalgamate per una lotta contro i fascisti.
Anche con l’afflusso dei reclutati nei giorni dell’insurrezione esse costituiscono
delle formazioni aventi le particolari caratteristiche che la battaglia richiede:
compattezza, coesione, salda fusione di spiriti e di aspirazioni.
Le brigate cittadine, invece, a nostro parere presentano, fatta eccezione di nuclei
compatti aventi costituzione operaia, i difetti originati da una composizione un
po’ ibrida e caotica.
Ciò, soprattutto, nel periodo insurrezionale quando molti, diremmo troppi, si
sentono autorizzati a mettersi al braccio la fascia tricolore e alla cintura un paio
di bombe a mano. Ciò si verifica soprattutto quando la vittoria si è delineata e
allora si tratta di eroi della “sesta giornata”.
Ma anche quando dura la lotta i difetti che derivano da un’ibrida composizione
delle brigate cittadine, saltano subito agli occhi.

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