Page 18 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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dei vecchi strati dominanti e nella supina acquiescenza dei ceti diseredati, donde
nel 96, la reazione aveva tratto le bande reazionarie del Casalasco, l'appello
rivoluzionario partiva dai giovani della minuta borghesia i cui padri si erano
politicamente educati alle assemblee del Club Patriottico e alle sedute della
Municipalità Cisalpina.
L'idea nazionale innestandosi sulle esigenze di libertà e di democrazia precipue
rispetto ad essa alla fine del ‘700, scuoteva e smuoveva, man mano che ci si
inoltrava nel secolo, un sempre maggior numero di coscienze.
Né è da trascurare a tale proposito il determinismo economico, non di classe, ma
di stato che indirizzava strati sempre più ampi contro l'innaturale fusione della
progredente Lombardia con zone di arretrata stasi agraria e industriale, facenti
parte dell'Impero Asburgico.
Tutti questi moventi cooperavano a creare una coscienza nazionale, e a rendere
più acute le aspirazioni a un regime di più ampio respiro fondato per di più sul
concetto di nazionalità.
Il 1848 cremonese, anche nella vaga nebulosità dottrinaria, negli sbandamenti e
nei cedimenti improvvisi dovuti a immaturità e a imprecisione di obiettivi,
rappresenta già il punto di arrivo non definitivo, per l'affermazione del concetto
di democrazia politica.
Esso si manifesta (non essendosi potuto per il repentino ritorno degli austriaci far
lungo ad elezioni parlamentari) nella votazione plebiscitaria per l'annessione o
meno al Regno di Sardegna.
E' a dir subito, a scanso di troppo fallaci o premature illusioni, che detta
votazione risentiva degli inconvenienti che solitamente si riscontrano nelle forme
plebiscitarie e cioè della pressione morale da parte di podestà dei Comuni e delle
altre autorità sugli elementi meno quotati, a votare in favore dell'annessione.
Comunque sia la manifestazione di volontà degli elettori in quella occasione è
rimarcabile sotto due punti di vista: la partecipazione alla costruzione di
un’attività democratica di vaste masse (oltre 46 mila elettori in provincia), anche
se in gran parte immature di fronte al problema politico da risolvere e la
coscienza politica acquisita nella massa da un numero maggiore di cittadini con
conseguente elaborazione delle tesi favorevoli all'unità attraverso l'annessione
graduale allo stato Sardo.
Unitamente a questa prima grande manifestazione politica di affermazione del
principio democratico attraverso le elezioni, nello scorcio della primavera del 48,
prende forza e sviluppo nel territorio cremonese l'altro grande principio della “
nazione armata” che tende ad organizzarsi e a difendersi dalle offese del nemico
esterno e dalle insidie dell'interno avversario mercé l'armamento dei democratici
più coscienti.
La “grande nazionale o civica“ del 1848, i battaglioni di volontari delle due
spedizioni Tibaldi (marzo e luglio 1848) reclutati non soltanto fra i giovani della
media e minuta borghesia, ma anche fra gli strati più coscienti dell'artigianato
cittadino, preludono, a quasi cent'anni di distanza, al volontariato di libertà che

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