Page 214 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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Abbarbicati sulla linea gotica pensavano a costituirne un’altra sussidiaria a
quell’estrema dell’Adige e della roccaforte alpina.
Nel corso dei secoli il Po non ha mai costituito una valida cintura di difesa per gli
eserciti avanzanti, per la sua stessa eccessiva lunghezza.
Sullo scorcio dell’estate ’44 i germanici prospettarono la necessità di procedere
alla creazione di una linea di fortificazioni campali atte a costituire, con la linea
difensiva del fiume, una specie di campo trincerato come avamposto in Italia
dell’estrema base di arroccamento.
L’organizzazione Todt, l’inumana e spietata macchina nazista del lavoro forzato,
fu incaricata della bisogna.
Tra gli avvisi e le esortazioni comparse, negli ultimi mesi, sul “Regime”
numerosi erano stati gli appelli ad arruolarsi nella Todt per avere “lavoro sicuro e
pane”.
Nell’autunno ’44 però non più promesse ed appelli. Un decreto imperioso
stabiliva che tutti i cremonesi dai 18 ai 60 anni dovevano presentarsi agli uffici
dell’Ispettorato del Lavoro tedesco, sistemato in Via Gaetano Tibaldi nella sede
del Collegio Sfondrati, per essere inviati ai lavori di fortificazione sul Po.
Indistintamente tutti i cittadini, senza differenziazione d’arte o mestiere, furono
inviati al lavoro.
Il tradizionale scetticismo cremonese, la depressa disciplina germanica fecero si
che il lavoro proseguisse molto lentamente.
Nei giorni festivi gli sfaccendati si recavano sul posto ad esaminare i progressi
delle fortificazioni.
Si trattava di opere campali come buche, ricoveri, strade coperte, posti di vedetta.
Un complesso di lavori che, anche gli occhi degli inesperti, appariva come in
pratica di scarsa efficienza e di palese inutilità.
Risultato pratico per gli improvvisati operai era quello di tornare la sera con un
carico di legna distolta dalle fortificazioni o dalle piantagioni dei limitrofi
proprietari di terra.
Nella città, affamata, sottomessa e ribelle, continuava ancora l’attività repressiva
dei segugi della repubblica. Verso gennaio su “Regime” era comparso un articolo
di cronaca che illustrava le gesta di “ribelli e di ladri”, cioè di un gruppo di
adolescenti, iscritti ad un’associazione denominata “Primula Rossa”. I giovani
arrestati erano poi stati tradotti a Bergamo per il giudizio davanti a quel
Tribunale.
Nel precedente novembre era stato catturato in città, proveniente dalla Val Susa
per un incarico nel locale movimento, il partigiano Giovanni Parizzi. Sottoposto
a giudizio marziale era stato fucilato come “disertore” (catturato dalle Brigate
Nere venne tenuto segreto il luogo dell'uccisione e della sepoltura, ndc).
Ancora nel febbraio, il 16, piombo fascista in una livida alba lungo il Po,
stroncava la giovane vita del partigiano Renato Campi. Il giovane patriota aveva
disertato le schiere repubblichine, ove era stato arruolato a forza, ed aveva
militato nelle formazioni partigiane del piacentino. Dispersa la sua unità per il

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