Page 210 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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John Amery parlò in un teatro cittadino e fu presentato dal Farinacci come un
vero patriota inglese. Amery pranzò in un ristorante presso piazza del Duomo,
ove era una mensa tedesca. Sedeva accanto a un tipo bestiale di sottufficiale
germanico che col suo mitra fungeva da boia nelle esecuzioni sommarie
perpetrate al “Casermone” di San Bernardo sulle SS italiane accusate di
diserzione o di vari reati.
Venne a Cremona, verso questo periodo, anche l’ambasciatore tedesco a Salò
barone Rudolph Rahn. Anch’egli, a cura dell’Istituto di Cultura fascista, parlò in
un pubblico teatro davanti alla solita “massa” di brigate nere, di nazi-fascisti e di
futuri “nostalgici”.
Nella sostanza il superficiale strato neo fascista continuava la sua attività come
se nulla fosse mutato e come se, da un momento all’altro, non potesse succedere
la crisi liberatrice.
I giovani gaglioffi del “G.A.G” stampavano un bollettino volante, “Cremona
liberata”, ridendo (amaro) sulla prossima liberazione. Le canaglie delle SS
italiane rappresentavano nei teatri una rivista: “Roma se sveja”. Le donne
nazifasciste raccoglievano il “pugno di lana” da offrire a quei baldi campioni di
correttezza italiana che erano gli sfollati del sud inquadrati nelle brigate nere.
Il 6 dicembre 1944 veniva ancora a Cremona il segretario generale del p.n.f., il
famigerato Alessandro Pavolini, ancora ignaro di dovere, fra qualche mese, finire
l’esistenza carica di delitti sotto il piombo vendicatore dei partigiani a Dongo.
Pavolini, col suo socio Farinacci, si trastullò in visite e ispezioni alle sedi dei
fasci e alle organizzazioni dipendenti. E’ probabile però, come risulta da una
lettera indirizzata a Farinacci e pubblicata dopo la liberazione da un giornale
democratico (L’Eco del Popolo di Ottobre 1945), che egli abbia incitato
Farinacci ad accelerare i tempi della mobilitazione totale dei fascisti e degli
elementi suscettibili di arruolamento (ragazzi dei riformatori, giovani
delinquenti, ammoniti per reati comuni, ecc...)
Alle parate e alle manifestazioni di forza per tenere alto il declinante morale dei
nazi-fascisti, si accompagnavano le misure vessatorie, più o meno imposte dalle
circostanze, contro la massa dei cittadini.
Il tenore di vita della popolazione era ormai arrivato ad un livello sotto il quale
altro non c’erano che la fame e la più desolata miseria.
Razioni di fame (il più basso numero di calorie dell’alimentazione di tutta
Europa) tanto più che non sempre i generi razionati venivano distribuiti, specie
per quanto riguarda i grassi, i tabacchi e lo zucchero.
Razionati e insufficienti i combustibili. Case e scuole gelate. La luce elettrica
veniva tolta in determinate ore del giorno.
Così pure il gas per uso domestico: veniva erogato per breve spazio di tempo
finché la distribuzione non venne completamente a cessare.
Sforniti i negozi dei generi più necessari alla vita e all’attività.
Il popolo cremonese versava, indubbiamente, in uno dei periodi più gravi della
sua storia millenaria.

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