Page 204 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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contro pattuglie della G.N.R. Così a Martignana Po dove, fra i partigiani da una
parte e G.N.R. con tedeschi dall’altra, avveniva una nutrita sparatoria.
Nella notte del 19 novembre il partigiano Giuseppe Bonfatti, imbattutosi nella
ronda delle brigate nere, lanciò contro il comandante di questa una bomba a
mano ferendolo gravemente.
Il fatto provocò la reazione fascista e tedesca che culminò in un esteso
rastrellamento avvenuto nella notte del 21 novembre; molti partigiani cadevano
prigionieri e tradotti a Mantova e a Brescia.
Nell’occasione di questo rastrellamento il partigiano Walter Ghidini veniva
catturato ed immediatamente ucciso sul posto.
Anche nelle altre zone della provincia l’attività resistenziale continua in questo
durissimo autunno. Disarmi di tedeschi e fascisti e recuperi d’armi avvengono a
Torre de’Picenardi, a S.Giovanni, a Solarolo Rainerio, a Cingia de’Botti, sulla
strada Mantova vecchia, a Rivarolo e a Villanova.
Attività di sabotaggio lungo la linea ferroviaria Cremona-Mantova; taglio di fili
telefonici nei pressi di S.Martino del Lago, danneggiamento di barche per
traghetto nei pressi di Gussola.
Scontri a fuoco fra pattuglie partigiane in ricognizione e nuclei fascisti
avvengono pure nella zona. Una pattuglia partigiana incaricata del trasporto di
armi viene attaccata dai G.N.R., si difende e obbliga gli aggressori darsi alla
fuga. Così la S.A.P. di Gussola ferisce gravemente un pericoloso delatore. Altro
scontro armato fra patrioti e fascisti avviene il 2 dicembre nei pressi di Gazzo.
Nella zona tra Pessina e Vescovato, periferia di Cremona, l’attività partigiana in
questo periodo è ancora intesa particolarmente al recupero di armi con disarmi di
militi e al sabotaggio degli impianti e delle vie di comunicazione dei nazi-
fascisti.
Nel novembre a Binanuova e a Pessina, frazione S.Antonio Negri, sono compiuti
atti di sabotaggio alle linee telefoniche con taglio di pali di sostegno e di fili
telefonici e telegrafici.
A Gabbioneta un nucleo di patrioti di Pessina e di Pieve Terzagni compie
un’azione di sorpresa contro i fascisti colà annidati. Bloccati gli accessi al paese,
i patrioti penetrano nella casa del locale capintesta repubblichino: vengono
prelevate armi (due moschetti e una pistola) 3 biciclette e indumenti pesanti
invernali da distribuire alle formazioni partigiane.
A Volongo, ove precedentemente avevano avuto luogo disarmi di repubblichini,
i patrioti penetrano in un locale del fascio disarmando due militi e asportando
una radio che viene collocata nel rifugio sotterraneo apprestato in aperta
campagna.
A Piadena, Cappella Picenardi, Pieve San Giacomo, i partigiani compiono azioni
di sabotaggio con taglio dei pali e dei fili telefonici.
A Cappella Picenardi addirittura si asporta filo telefonico per la lunghezza di 4
km.

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