Page 195 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
P. 195

La repubblica nazifascista ha subito, durante l’estate, colpi durissimi e a volte
impensati.
Sul fronte dell’Italia centrale il suo maggior alleato ha subito scacchi
irrimediabili anche se, appoggiato alla montana linea dei goti, momentaneamente
riesce a contenere l’impetuosa avanzata delle truppe alleate.
Questa posizione di penosa e difficile resistenza, ottenuta con vasti sacrifici di
territori e di prestigio, viene ancora più compromessa dal fatto che numerose
divisioni germaniche (che sarebbero utilissime sul fronte) e quasi tutto l’esercito
repubblichino sono impegnati in una lotta a coltello sul retrofronte, contro le
formazioni partigiane che lottano in montagna e in pianura allo scoperto e contro
le forze della resistenza nelle città. Queste non hanno potuto ancora entrare in
azione pienamente, ma i loro gruppi fanno danni e impegnano contingenti di
presidio e di sicurezza tutt’altro che disprezzabili in un simile critico momento.
La repubblica fascista, oltre alla gravità della situazione sia sul fronte
meridionale che su quello della lotta partigiana, si è trovata davanti, durante
l’estate, una serie gravissima di problemi. Molti di essi rimasti inevasi, ancora
maggiormente pesano sulla sua già precaria posizione.
Contro i suoi decisi avversari, ed è la quasi totalità del popolo italiano, essa ha
vibrato colpi all’impazzata. Nel loro intimo i suoi dirigenti hanno coscienza
piena dell’inutilità della resistenza.
In tale stato d’animo, secondo attendibili ammissioni, sembra che versasse, dopo
lo storico discorso del Lirico, lo stesso duce del fascismo repubblichino.
Gli irriducibili, però, e con essi tutta la macchina burocratica repressiva dello
staterello, ora non mollano, fatalisticamente sperando in un rovesciamento della
sorte e criminalmente con ciò portando il paese sempre più presso l’orlo
dell’abisso.
Per le forze organizzate della resistenza e per i suoi organismi responsabili nel
capoluogo e in provincia, l’autunno serve per fare un po' un consuntivo
dell’attività svolta mentre duri colpi vengono inferti agli strumenti
dell’oppressione e si procede avanti sulla via della preparazione della gloriosa
insurrezione.
L’autunno del ’44, con la nuova tattica inaugurata dagli eserciti alleati degli
spezzonamenti e dei mitragliamenti su tutte le strade provinciali in luogo delle
massicce incursioni, vede il rientro in città di forti masse già evacuate nei paesi
della provincia.
Dalla montagna rientrano anche elementi delle brigate partigiane.
Due fatti questi che servono a riaccendere nei grossi centri abitati più vive
scaramucce e lotte sempre più dure fra la resistenza cittadina e le forze
nazifasciste della repressione.
Durante l’estate il Comitato di Liberazione provinciale si è spesso riunito per
esaminare gli sviluppi della situazione e per prendere deliberazioni scaturenti
dalla possibilità, tutt’altro che ipotetica, che la liberazione, superata la linea

                                      195
   190   191   192   193   194   195   196   197   198   199   200