Page 191 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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A testimonianza di ciò vale il fatto di una piccola pattuglia di cremonesi che va
addirittura all’assalto di una forte posizione nemica, difesa da armi pesanti,
contando esclusivamente su alcune pistole. E i partigiani debbono scambiarsi le
armi tra loro per dare a tutti la soddisfazione di sparare contro i tedeschi.
In siffatte condizioni di armamento, lo sbandamento e la ritirata delle formazioni
partigiane appena costituite erano inevitabili.
In questa prima azione di duro rastrellamento il gruppo dei cremonese ebbe i
suoi primi martiri. Cinque cremonesi, la maggior parte adolescenti, furono
sorpresi senz’armi e orrendamente seviziati e massacrati. Erano essi: Franco
Scala, Edoardo Boccalini, Sauro Faleschini, Gian Paolo Conca, Alfredo
Zaniboni.
Sotto la dura pressione dei reparti antipartigiani germanici, appoggiati dalle
compagnie O.P. dei fascisti, i patrioti cremonesi inquadrati nella 17^ F. Cima,
sono costretti a ritirarsi sulle cime più alte e nella zona più impervia della valle,
alcuni elementi sconfinano nelle valli adiacenti, meno facili per i rastrellamenti.
Dopo quel primo tragico scontro, sulle rocce del Cifrari, i garibaldini si
riorganizzarono e due mesi dopo valendosi di un’ottima preparazione poterono,
con un colpo di mano, scendere a Torino, entrare negli stabilimenti
dell’aeronautica ed asportare 180 mitragliatrici oltre a materiale bellico di
notevole entità.
La 17^ Brigata diventò un vero e proprio organismo militare per la capacità e
l’eroismo del suo comandante, il cremonese Amedeo Tonani.
Questi, appena ventenne, era dotato di qualità organizzative e di perspicue doti
militari. La brigata, grazie all’attività e allo spirito di sacrificio di tutti i suoi
componenti, divenne un insuperabile baluardo per i nemici.
Nel tragico inverno ’44-’45 tra la fame, il freddo, le veglie e i pericoli, la 17^ non
cedeva davanti agli episodi di crudeltà e di orrore che i nemici seminavano
dappertutto.
Erano giovani o addirittura giovanissimi i suoi componenti, senza esperienza
militare e di armi. Gradatamente si temprarono alla scuola durissima della
necessità ed alla educazione politica profusa dai Commissari, fortificati da un
solido senso di solidarietà fraterna e patriottica.
Nel gennaio del 1945 15mila nazifascisti sferrarono un altro grande
rastrellamento.
La brigata non cedette; taluni suoi elementi sconfinarono in Francia donde
ritornarono dopo qualche settimana con equipaggiamenti e con armi automatiche
particolarmente apprezzate per l’attacco e per la difesa.
Durante il grande rastrellamento (ma i rastrellatori verranno a loro volta
rastrellati nel prossimo aprile) altri episodi di sangue, altre perdite dolorose. I
dispersi e i prigionieri non ritornavano più.
Cadono così a Carmagnola Paolo Bozzetti ed Aldo Codazzi.
A Rubiana (Val di Susa) cadono Attilio Novasconi, Rosolino Righetti e Leonida
Panni. Questi, adolescente sedicenne, venne catturato da fascisti italiani della

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