Page 187 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
P. 187
italiano, ma ce lo impongono l’obbligo di espositore di fatti e la volontà di
ricordare ai cremonesi l’epopea partigiana.
Sergio Murdaca, adolescente italiano, venne a pugnalate mutilato di un occhio
dalle belve fasciste. Fu evirato e finito a colpi di moschetto sul cranio. Il suo
corpo venne poi gettato fra le fiamme del cascinale.
Alla sua memoria venne conferita la medaglia d’argento al valor militare.
A Compiano, in Val Fredda, cade il partigiano Bruno Benedini; a Roccolone di
Verteva, militando nella brigata bergamasca “Gabriele Camozzi” cade il
cremonese di adozione Nazareno Fragnito.
A Ogebbio, in faccia al nemico, cade Umberto Granata. A Varese Ligure, Ezio
Baetta e Raffaele Lucini. Militando nella 2^ Divisione “Coscione”, ad Imperia,
cadono i cremonesi Ettore Ardigò e Vitaliano Lazzari.
In Piemonte, in Val Sangone, cade Ernesto Cocchetti della Divisione “S.De
Vitis“; a Bagnolo Piemonte Remo D’Adda; ad Aramengo Arti, militando nella
Div.”Italo Rossi” delle brigate Matteotti, cade il partigiano Giuseppe Fanti; a
Trabosa Sottana, nelle “formazioni autonome Mauri” il partigiano Luigi
Guarneri.
A Ponte Ticino, valorosamente, militando nella “Volante Rossa” in una rischiosa
azione di avvisaglia contro il presidio tedesco sull’autostrada, cade fulminato
nell’agosto ’44 il partigiano Cesare Goi, proposto per la medaglia d’oro al Valor
Militare.
Come si vedrà meglio in seguito il maggior numero di partigiani cremonesi
combatté in Piemonte e nel parmense e piacentino. Qui, da isolati, uniti però a
formazioni della zona, caddero a Berceto i partigiani Graziano Azzini e
Alessandro Moroni; a Toano, nel Reggiano, caddero i partigiani Gaetano
Cecchinelli e Luigi Cattaneo; a Bettola, Giovanni Canevari; alla Vernasca
l’intrepido partigiano Armando Garilli.
Così tanti altri caddero: Remo Contardi a Barce di Bettola; Calamani Giuseppe a
Lumezzane di Brescia; Domenico Di Fongo a Bolzano; Tolmino Fontana a
Gandino; Ferruccio Gerosa a Ferriere; Giovanni Lucini in Val Taleggio; Ernesto
Manfredini della Div. Oltrepò “Allotta”; Francesco Marzano a Castell’Arquato;
Marino Mariotti a Niguarda; Maruti Giovanni a Villanova di Mondovì; Santo
Moretti a San Virgilio; Tomaso Moroni a Padova; Francesco Macchi a Toano;
Giuseppe Pochetti a Vipulzano di Gorizia; Alessandro Ravizza fra i martiri della
Benedicta a Gavi; Callisto Sguazzi a Cornalba di Serina; Luigi Zelioli a Forno di
Coazze.
Questi morti là rimasero, dove erano caduti, finché durò la battaglia. Vennero poi
dal piano, dove erano rimasti per la lotta estrema, i compagni che li avevano visti
cadere per riportarli giù anche essi presso il dolce fiume che li aveva visti
nascere e crescere fra le cure attente delle madri.
Il secondo aspetto del volontariato cremonese della Libertà fuori provincia è
caratterizzato dalla partecipazione alla lotta di cremonesi che rimangono insieme
187