Page 183 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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In questa ultima fattispecie, per intuitive ragioni di economia del lavoro, non sarà
possibile partitamene seguire le gesta di ciascun volontario cremonese caduti nei
ranghi delle brigate partigiane.
Si farà eccezione per taluni che sono figure rappresentative e che del resto
identificano in sé l’eroismo e il sacrificio di tutti coloro che diedero la vita per la
causa della libertà.
Fra i primi partigiani cremonesi è doveroso, anzitutto, annoverare i soldati del
17° Reggimento Fanteria della Divisione Acqui, sacrificatisi a Cefalonia nel
settembre 1943 in impari combattimento contro le formazioni germaniche o
trucidati vilmente, dopo la resa, dalle orde hitleriane della Wehrmacht e delle SS.
Il 17° Reggimento Fanteria aveva reclutato a Cremona e in provincia un buon
numero di soldati. Nel settembre del’43 presidiava Cefalonia, l’isola più
importante del gruppo delle Jonie.
Il giorno successivo all’armistizio il generale Gandino, comandante della
divisione, prospettò il problema della vita dei suoi soldati e dell’onore militare
italiano e iniziò trattative con il locale comando germanico sulla base del rientro
in Italia e della conservazione delle armi.
Il 15 settembre, cadute nel vuoto le trattative per la evidente malafede tedesca,
violentissimi combattimenti si accesero fra i reparti italiani e le formazioni
germaniche, alimentate da nuovi rinforzi e appoggiate da una potente aviazione.
La battaglia durò otto giorni e non si concluse che col totale annientamento dei
nostri.
Il 17° Reggimento (secondo e terzo battaglione), in cui militava la maggior parte
dei soldati cremonesi, si distinse la sera stessa della rottura delle trattative nella
riconquista del Colle Telegrafo. La battaglia si spostò poi nel settore orientale
dell’isola.
Particolare rilievo ebbero la resistenza del 1° Battaglione del 17° Fanteria nei
pressi di Kimonico e quella del 2° Battaglione sul Risicuzolo.
Terminata la battaglia il nemico passò alle più feroci rappresaglie contro i vinti
che avevano osato tenergli testa.
Gli Ufficiali del Comando del 17° Fanteria furono immediatamente fucilati sul
campo di battaglia. I superstiti subirono la stessa sorte la mattina del 24
settembre alla “Casetta Rossa” presso il Capo S. Teodoro di Cefalonia.
Fra questi è doveroso ricordare gli ufficiali cremonesi Capitano Sergio Paganini,
Tenente Testori, Tenente Capelli, Tenente De Stefani. Essi, dopo aver sostenuto
con i loro soldati i duri combattimenti, caddero gloriosamente per l’onore e
l’indipendenza della Patria.
Dopo la guerra sfortunata ed eroica dei fanti cremonesi abbarbicati all’isola Egea
per difendere assieme all’onore della patria, la libertà del popolo ellenico (i
caduti cremonesi a Cefalonia furono 157 (in effetti ne furono poi verificati 174
ndc) e i dispersi 76.

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