Page 182 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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Il volontario risorgimentale era un uomo che, messe da parte considerazioni di
indole particolare, dedicava tutta la sua attività e le sue forze al servizio della
causa che s’identificava nella libertà e nella coscienza umana. L’indipendenza
italiana doveva essere la prima tappa verso l’emancipazione di Europa così come
la “Giovane Italia” era una parte del tutto che si impersonificava nella “Giovane
Europa”.
Il volontario della libertà italiana 1943-1945 si identifica col suo predecessore
del primo Risorgimento.
Anch’egli non ha preoccupazioni d’indole personale. Egli è convinto che la
causa della libertà e della indipendenza italiana è una premessa per la costruzione
in Europa e nel mondo di una nuova socialità fondata sulla democrazia e sulla
riforma.
Lottando e combattendo per la resurrezione del popolo egli è convinto che in tale
modo aiuterà anche l’avvenire di un mondo migliore che avrà per fondamenta la
giustizia e le profonde radici nella coscienza universale degli individui e dei
popoli.
Da tale convinzione deriva il senso di necessità della lotta e di dedizione al
sacrificio che accompagna sul difficile cammino i combattenti della libertà
d’Italia e che li affratella ai combattenti per la libertà del mondo intero, sia che
essi operino nei reparti inquadrati delle Nazioni libere o agiscano e combattano
nelle isolate formazioni della Resistenza europea.
Per i volontari della libertà italiani, per quelli cremonesi in particolare, valgono
soprattutto le riflessioni che sono state fatte nei primi capitoli del presente
saggio.
Una generazione non vive mai una vita a sé stante; essa è strettamente collegata
con quelle che l’hanno preceduta e determina essa stessa una non trascurabile
influenza su quelle che verranno.
La generazione della lotta di resistenza e di liberazione è strettamente unita per
vincoli ideali a quelle che, nello scorso secolo, lavorarono e lottarono per la
evoluzione democratica e sociale della nazione.
I germi sparsi in tutti quegli anni non andarono dispersi, neanche attraverso la
bufera fascista. Attesero pazientemente nelle più recondite latebre dell’anima
popolare e sbocciarono apertamente quando obiettive situazioni di fatto ne resero
possibile il risveglio e la funzione.
Democrazia e graduale riforma furono le caratteristiche distintive della
evoluzione risorgimentale; lo sono anche del movimento di Liberazione del
secondo Risorgimento.
Ed è questo l’elogio migliore che possa essere tributato ai resistenti e ai
partigiani cremonesi che operano fuori della nostra provincia, là dove la sorte li
aveva lasciati all’otto settembre o dove volontariamente essi si recarono per
portare un contributo alla lotta generale sostenuta dal movimento di liberazione.
E' necessario distinguere fra azione di gruppi o nuclei compatti di cremonesi ed
azione individuale di singoli.
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