Page 178 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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peggio costrinse i nazi-fascisti, pur verificandosi in prosieguo di tempo numerosi
altri atti di ribellione, a gettare molta acqua sul loro fuoco.
La città si commosse alle “grida” di intonazione spagnolesca quel tanto che
serviva a determinare un maggior risentimento contro i fascisti che adottavano
un simile provvedimento, contrario ai diritti della personalità umana per quanto
si riferisce al comma degli ostaggi che, innocenti, avrebbero dovuto rispondere
delle azioni di terzi o, magari, di agenti provocatori interessati a far succedere
sanguinose rappresaglie.
La resistenza cremonese, nel frattempo, continuava imperturbata la sua azione.
A rinfocolare l’odio e la volontà di lotta contro i nazi-fascisti venne il
comunicato (odioso comunicato redatto in termini barbari e pubblicato sul
“Regime” del 24 settembre 1944) della avvenuta fucilazione del partigiano
cremonese Luigi Ruggeri, nome di battaglia “ Carmen “.
Luigi Ruggeri era un valoroso partigiano già provato nelle congiure e
nell’attività clandestina. Dalla brigata partigiana “Forni” di Salsomaggiore
venne chiamato ad operare nelle formazioni della provincia.
La sua prima attività si svolse nella zona casalasca, fra Cingia de’ Botti e
Casalmaggiore, col preciso compito di collegare i nuclei, organizzarli per passare
alla fase armata.
Sotto la sua guida furono compiute varie imprese di recupero di materiale bellico
e anche di generi di prima necessità che, destinati alle forze tedesche, furono
invece distribuite alla popolazione e alle formazioni sapistiche in loco.
Verso la stessa epoca si pensò anche di organizzare un’azione contro Farinacci
che, seralmente da Cremona sfollava a Palvareto, nel castello Medici del
Vascello.
Forse avvertito da voci correnti o per naturale precauzione Farinacci mutò
itinerari e il colpo di mano non potè aver luogo.
Dalla zona casalasca Luigi Ruggeri, per l’esperienza acquistata e per la necessità
di aver sottomano elementi capaci e provati, venne chiamato in città al comando
della IV Brigata Garibaldi del Raggruppamento “Ghinaglia” (poi intitolata a
Bruno Ghidetti).
L’ultima sua azione fu il disarmo di un repubblichino che si vantava sempre di
essere tale ma che di fronte a Ruggeri, per essere lasciato libero, si decideva ad
ingoiare il distintivo metallico che portava all’occhiello della giacca (e di tale
fatto è fatta menzione nel citato comunicato fascista).
Luigi Ruggeri aveva un “posto di tappa” nelle vicinanze di Pozzaglio. Una spia,
venuta a conoscenza del rifugio, condusse nella località gli agenti dell’U.P.I..
Luigi Ruggeri venne così catturato e sottoposto a dure sevizie nella Villa Merli
ad opera dei fascisti sotto la direzione del famigerato Milanesi (fucilato poi
Bergamo nei giorni dell’insurrezione).
Il valoroso partigiano, pur essendo a conoscenza di tutta la trama segreta del
movimento provinciale, non disse una parola sacrificando se stesso per salvare
l’organizzazione patriottica.

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