Page 177 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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Il conflitto armato terminava con il ferimento grave dei due militari che venivano
trasportati all’ospedale militare. I tre patrioti, compiuta l’azione tornavano
indenni alla base di partenza. I tre patrioti (non quattro come erroneamente
scrisse il giornale fascista) erano: Adriano Andrini, Gianfranco Marca e Gastone
Dordoni.
Il fatto causò emozione in città e destò serie apprensioni negli ambienti nazi-
fascisti.
Se anche una città così strettamente vigilata come Cremona, posta in una
situazione geografica che impediva le azioni partigiane, cominciava a muoversi
su direttive di lotta aperta, era segno e indizio che la situazione andava
nettamente peggiorando.
Il “Regime Fascista” del 30 agosto sotto il titolo “Monito” testualmente
dichiarava:
“le autorità italiane e germaniche sono state costrette a prendere misure di
rappresaglia che, per fortuna, non sono ancora gravi. Ma tali potranno essere se
un qualsiasi altro episodio si dovesse verificare. Il provvedimento riguardante gli
ostaggi deve impegnare tutti indistintamente i cittadini ad essere collaboratori
dell’autorità per il mantenimento dell’ordine pubblico. L’omertà, il
favoreggiamento o la sola indifferenza di fronte ai crimini dei fuorilegge possono
portare a serie conseguenze”.
I provvedimenti “non gravi” ordinati dal Comando Militare germanico erano i
seguenti:

1) Precettazione di cittadini per la vigilanza sulla strada Cremona-Bonemerse;

2) Divieto della circolazione diurna e notturna delle biciclette nella zona
delimitata dal perimetro Via Mantova- Villetta Malagnino- Ca’ de’ Staoli- Pieve
d’Olmi- S.Daniele- Fiume Po- Via del Sale;

3) Taglia di L.200mila da corrispondere a chiunque fornirà notizie atte a
provocare la cattura dei fuorilegge che hanno compiuto il criminoso attentato;

4) Venti cittadini, gravemente indiziati quali elementi svolgenti attività
antinazionale e sovversiva, sono stati fermati e trattenuti quali ostaggi per
rispondere con la vita per qualunque atto consimile dovesse verificarsi nella
provincia contro militari appartenenti alle forze armate germaniche e italiane,
alla G.N.R., o contro iscritti al p.f.r. o che si rendessero colpevoli di atti di
sabotaggio contro materiali ed impianti militari o civili germanici o italiani.
Analogamente sarà proceduto nei confronti degli altri elementi attualmente
detenuti nelle locali carceri per motivi di carattere politico.

Il testo italiano dell’ultimo comma delle disposizioni di rappresaglia non era
molto forbito e corretto ma le minacce apparivano chiare anche se il timore del

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