Page 173 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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conclusus”. E’ doveroso aggiungere che se tale status psicologico è proprio di
vari stati delle categorie accennate non è men vero che lodevoli eccezioni pure in
esse si riscontrano.
La massa popolare e quella della minuta e media borghesia cremonese, tengono
invece un comportamento tutt’affatto opposto. Oppresse dalle stesse necessità
civili ed economiche, versando in situazione di effettiva “panferizzazione” esse
reagiscono alle avversità con forza, manifestando una sostanziale sanità e
l'aspirazione a un avvenire democratico.
Si va così delineando in questo periodo la società democratica del periodo post-
bellico che sarà, senza alcun dubbio, anche la società italiana del domani,
fondata sulle forze vive e produttive della nazione. Il reinserimento in essa dei
ceti egoistici che fecero corpo col fascismo e poi ripararono in un egoistico
attendismo sarà in prosieguo di tempo, se pure avverrà, molto difficile e
problematico.
Le forze della società cremonese, in questo periodo, si vanno dunque orientando
verso la componente nazionale e democratica che parte da aspirazioni umanitarie
e sociali, sul tronco del cristianesimo e della morale collettiva.
Il travaglio si accresce non solo sotto l’impulso di esteriori forze che agiscono
tramutando e fondendo gli elementi preesistenti ma anche per il lavorio degli
intelletti tesi a una migliore comprensione degli eventi e a un radicale sforzo per
indirizzare la società verso basi concrete e definitive.
Questo travaglio ignoto, che è alle fondamenta dell’attuale schieramento politico
democratico, rivela che la nazione italiana ha in se forze tali da determinare, nel
corso della futura evoluzione, benefica influenza sul corso degli avvenimenti
nazionali ed internazionali.
Naturalmente di questo assestarsi della coscienza collettiva nell’ambito della
società cremonese poco o nulla traspare al di fuori.
L’attività più elementare, diremmo ordinaria, continua se pure ridotta al minimo
consentito dalla situazione bellica e dalla esasperazione dell’anarchia.
La repubblica fascista, mentre si matura nel profondo l’esperimento unitario di
governo democratico, prosegue la sua “normale” attività.
Come ovvio tale attività normale, all’infuori del rilascio dei certificati di nascita
e delle tessere annonarie o dei permessi di pesca, si traduce nella continuità
violenta e fraudolenta dell’azione rivolta a distruggere gli italiani che non la
pensano come i gerarchi, a continuare la guerra di Hitler, a rapinare il “bel
paese” per l’esclusivo vantaggio dell’alleato e padrone straniero.
Oltre le ciance, sempre più “fasulle” e sempre meno interessanti dal punto di
vista umoristico pubblicate sul “Regime” o declamate nelle orazioni tenute alle
adunate dei repubblichini, ben poche altre notizie potranno anche in avvenire
ridestare l’attenzione dei futuri storici del costume italiano.
Le G.N.R. dalle occupate caserme dei carabinieri si spargono per le zone
dipendenti a rapinare polli, a fermar “mercanti neri” imponendo loro proficue

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