Page 175 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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Nella zona di Pessina Cremonese, nei pressi di S.Antonio Negri, si opera il taglio
dei fili telefonici e la distruzione di tutti i cartelli indicatori stradali posti ai bivi.
A Cappella Picenardi tre militi della G.N.R. vengono aggrediti e disarmati.
Sulla strada di Volongo due militi delle SS vengono disarmati di moschetti e di
bombe a mano.
A S.Daniele assieme ad atti di sabotaggio alla rete telefonica e al traghetto, una
pattuglia fascista viene assalita da patrioti che feriscono a fucilate un milite.
Nel luglio del ’44, nella stessa zona, è uno stillicidio di disarmi. Due militi
disarmati a Vidiceto, altri due a Pozzo Baronzio, un altro a S.Daniele. Sulla
strada Mantova vecchia il 4 agosto un altro fascista viene disarmato dai patrioti.
Così il 15 agosto altri due militi vengono disarmati sulla strada di Derovere. Un
tedesco, nei pressi di Isola Dovarese, viene disarmato del mitra e di 5 bombe a
mano.
Lo stillicidio continua. Un tedesco disarmato mentre ripara un camion, tre
fascisti assaliti e disarmati a Cingia de’Botti, soldato germanico disarmato sulla
linea ferroviaria a Torre de’Picenardi. Congiuntamente a queste operazioni c'è il
recupero di materiale bellico in varie località.
Nello stesso periodo di tempo le formazioni patriottiche della zona casalasca che
già abbiamo citato e che, unitamente alle Fiamme Verdi, costituiscono il grosso
delle formazioni sapistiche della zona, proseguono l’attività con azioni rivolte
soprattutto verso i limitrofi paesi del mantovano legati a Cremona per tradizioni
e per vincoli di prossimità: Viadana, Commessaggio, S.Antonio di Cavallara ecc.
Dette azioni prendono il carattere di vere e proprie scaramucce con sparatorie e
lanci di bombe a mano.
Taluni distaccamenti della zona si evolvono dalla tattica sapistica a quella
partigiana vera e propria, nel senso di una attività continuativa svolta da
partigiani indossanti proprie divise e non più solo di colpi di mano sporadici.
Così come dice il diario storico già citato della 1^ Brigata Garibaldi-
Casalmaggiore-Viadana, si imprime alla formazione la fisionomia, la tattica e la
vita di formazione di montagna in base all’esperienza già fatta nel parmense. Si
spostano pressoché ogni giorno, da una zona all’altra, grossi pattuglioni di
partigiani armati, son vestiti con camicia rossa e basco rosso garibaldino. Sono
chiamati i “diavoli rossi” e le loro azioni armate si susseguono pressoché senza
interruzioni.
Tra le altre azioni si cita (sempre dallo stesso diario storico) che con elementi
dalla Don Leoni-Matteotti viene dato l’assalto alla caserma di S.Matteo delle
Chiaviche e che, in seguito a rastrellamenti avvenuti nella zona, il gruppo si
sposta presso Fossacaprara e nell’isolone Fiammenghi. Ad un pattuglione che li
attaccava rispondevano col fuoco mettendo in fuga gli attaccanti.
Nel luglio del ’44 un gruppo di partigiani della zona di Rivarolo viene
accerchiato in una cascina di Piatta di Bozzolo. Il gruppo riesce a sfuggire
all’accerchiamento e i tedeschi danno sfogo alla loro furia distruttiva dando
fuoco alla cascina facendone saltare le fondamenta con esplosivi.
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