Page 176 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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Il territorio soresinese e del basso cremasco non resta, naturalmente, immune
dalla crescente attività dei gruppi patriottici.
Disarmi di militi e di fascisti avvengono in tutta la zona: due guardafili sulla
strada di Soresina, un milite fascista in casa sua pure a Soresina ecc.
Sul ponte ferroviario di Calcio un gruppo patriottico di Soncino disarma i fascisti
del posto di blocco. Il 6 giugno del ’44 ancora a Soresina viene disarmata una
guardia campestre, il 10 a Castelleone disarmo di due militi della G.N.R
Il 26 giugno bombe a mano sono lanciate a Soncino contro la casa di un fascista.
Continuano a ritmo accelerato i disarmi dei soldati della “repubblica”. Sulla
strada Montodine-Crema un milite viene disarmato il 23 luglio, nella stessa
località, l’8 agosto, altri tre militi vengono privati delle armi.
Disarmo a San Bassano di un sergente delle BB.NN. A Soresina e a Genivolta
disarmati ancora, rispettivamente due G.N.R.
Questa attività generale di disarmo e di azioni patriottiche è accompagnata, un
po’ dovunque, dal lancio e dall’affissione di volantini e di manifesti, dalla
“seminagione” di chiodi antiautocarro ai nodi stradali, dal recupero di materiale,
da azioni rivolte all’approvvigionamento e al finanziamento dei gruppi
patriottici.
Non è raro il caso, e si può constatarlo leggendo la “cronaca nera” del più volte
citato “Regime”, che i “soliti ignoti” entrino nei caseifici della zona cremasca a
prelevare a forza il burro e i formaggi che i nazi-fascisti destinano al
rifornimento delle proprie unità.
Per il finanziamento, a parte i fondi che pervengono dalle direzioni dei
movimenti e per esse dal C.L.N.A.I., i nuclei provvedono con opportune
“esazioni” accompagnate da particolari raccomandazioni presso i più danarosi e
facinorosi seguaci della “repubblica”.
Questi, per paura di guai e per ingraziarsi i più che probabili vincitori di domani,
allentano i cordoni della borsa così che le formazioni patriottiche riescono ad
avere quell’ossigeno che pure è indispensabile nella condotta della guerra.
A Cremona capoluogo continua in questo periodo la ormai consuetudinaria
attività patriottica a base di disarmi di G.N.R. in città e dintorni, di lancio di
manifestini, di frequenti atti di sabotaggio contro il potenziale bellico nemico
nelle fabbriche, nei depositi, alla stazione ferroviaria.
Spesseggiano sempre più le scritte murali. Si fanno sempre più frequenti, ad ogni
appello del C.L.N.A.I., le diserzioni dai corpi armati della “repubblica” degli
arruolati per forza o per una suggestione propagandistica che tende ora a
snebbiarsi dalle menti dei meno faziosi.
Il 27 agosto 1944 un nucleo patriottico compiva in città un’azione di grande
risonanza.
Tre patrioti, in bicicletta, si dislocavano nella zona periferica di S. Sigismondo e
qui impegnavano una violenta sparatoria contro una pattuglia di due soldati
germanici in servizio.

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