Page 158 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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anche la via sussidiaria di arroccamento del Garda verso il fortilizio centrale
germanico, significava tenere in mano dati importanti, ai fini bellici, sull’afflusso
di truppe e di materiale al fronte meridionale.
Il C.L.N. e gli organismi della resistenza non potevano perciò non interessarsi al
problema e non seguirlo con tutte le forze e i mezzi a loro disposizione.
In particolare la linea del Po, verso il casalasco, direttamente congiunta alla zona
dell’Emilia più interessante agli effetti della lotta partigiana, era importante per
la vigilanza degli osservatori e per i centri della resistenza sia per ragioni
belliche sia per i motivi propri di organizzazione quali il transito di staffette
partigiane, lo scambio di elementi da zone scoperte ad altre riparate e così via).
Il servizio in queste zone era ottimamente curato ed espletato dai patrioti locali
che poi costituiranno il nucleo della 1^ Brigata Garibaldi - GL (Casalmaggiore-
Viadana) comprendente elementi democratici di tutti i partiti della zona, fra essi
Walter Federici, Augusto Bernardi, Regina Ramponi, Giovanni Favagrossa.
Il lavoro della raccolta informazioni sulla produzione e sulla dislocazione degli
impianti industriali, veniva curato a Cremona da elementi che facevano
direttamente capo al CLN.
In particolare Guido Uggeri, che aveva già partecipato all’attività del gruppo
cremonese sul parmense incaricato del trasporto dei prigionieri alleati, ebbe
l’incombenza di raccogliere i piani di produzione e la pianta dello stabilimento
“Armaguerra” l’unica fabbrica cittadina direttamente interessante l’attività
bellica.
Uggeri riusciva ad avere in sua mano una serie di documenti segreti ottenuti a
mezzo di elementi sicuri. Lo spionaggio fascista aveva però, anche nella
Armaguerra i suoi fidati in persona di un delatore, disegnatore tecnico nello
stesso stabilimento.
L’Uggeri, che naturalmente non agiva sotto il suo vero nome, dopo lungo
appostamento veniva catturato, non senza però essere prima riuscito a
distruggere i documenti segreti in suo possesso.
Dopo gli arresti indiscriminati, compiuti nei giorni seguenti all’otto settembre e i
fermi operati coi rastrellamenti da parte della G.N.R, la cattura di Guido Uggeri
costituiva il primo atto della reazione nazifascista all’attività clandestina.
Ma se gli organi dell’U.P.I. ritenevano di avere compiuto una impresa
importante, che poteva permettere loro di porre le mani su tutta la trafila della
congiura, essi si sbagliavano nel credere che Guido Uggeri avrebbe “cantato”.
Per mezzo di Padre Isidoro dei Cappuccini, un frate valoroso che partecipò
attivamente alla resistenza, i patrioti cremonesi collegati con Uggeri ebbero
l’assicurazione che egli non aveva né avrebbe parlato.
Non si possono passare sotto silenzio, anche perché sono testimonianza diretta
di come agiva la “polizia” fascista nella civile Cremona, i metodi usati
dall’U.P.I. per indurre l’Uggeri a confessare.

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