Page 156 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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A Piadena e a Malagnino vengono compiuti numerosi atti di sabotaggio contro
impianti fissi e mobili dell’invasore.
Attività di scaramucce, con prese di contatto bellico coi nazi-fascisti, avvengono
nella zona di Casalmaggiore con disarmi di G.N.R. nelle frazioni di
Vicomoscano, di Motta S.Fermo, di Cappella, di Quattrocase.
Verso la metà di gennaio del 1944 un distaccamento di patrioti (Volante Primula)
tende un’imboscata, nei pressi di Quattrocase, a una pattuglia di otto militi della
G.N.R. Un nutrito fuoco di fucileria fra le parti determina la morte di un milite e
il ferimento di un altro. I patrioti si ritirano indenni.
Il 27 gennaio, sull’argine di Po tra Fossacaprara e Casalmaggiore, un altro
distaccamento di patrioti attacca due militi che sono costretti alla fuga lasciando
sul terreno parte del loro equipaggiamento.
Mentre il comando dei patrioti della zona attende, con gruppi del parmense e del
carrarino, alla preparazione di un “avio-lancio” che dovrebbe essere effettuato da
aerei inglesi nel febbraio, un altro gruppo di patrioti provvede ad atti di
sabotaggio sul ponte ferroviario di Casalmaggiore. I binari, in prossimità delle
curve, vengono sbullonati e un lunghissimo treno merci deraglia. Poiché, però, il
treno procedeva a velocità limitata gli effetti del deragliamento non sono molto
gravi e dopo due giorni la linea è già riattivata.
In data 15 marzo il distaccamento patrioti di Martignana lancia bombe a mano ed
altro esplosivo in un magazzino situato alla Bastia di Martignana ove i tedeschi
tenevano radiotrasmittenti ed altri apparecchi radio, elettrici militari.
Nello stesso periodo il già citato distaccamento Primula, appoggiato da elementi
dei gruppi di Rivarolo del Re e del basso parmense, compie un’azione di
disarmo contro il presidio della G.N.R. di Squarzanella presso Breda Cisoni.
Presso Casalmaggiore (località Puntass) vengono disarmati due militi armati di
mitra.
Il marzo del ’44 in tutta l’alta Italia occupata dai nazi-fascisti è caratterizzato dai
grandi scioperi politici che si svolgono nelle fabbriche.
Essi fanno degno riscontro alla catena di scioperi coi quali, l’anno precedente, i
lavoratori italiani avevano dimostrato al regime dittatoriale la loro volontà di
pace e di un trattamento migliore dal punto di vista salariale e normativo.
Gli scioperi del ’43, anche se diretti dall’avanguardia democratica, erano stati
improntati ad una certa spontaneità nella programmazione e nella azione.
Gli scioperi del ’44, a carattere decisamente politico e rivendicativo,
costituiscono una manifestazione di alta democrazia dei ceti lavoratori e al tempo
stesso danno un impulso grandioso alla lotta di Liberazione.
Il continente europeo, ad eccezione dell’Italia Meridionale, già liberata dalle
forze alleate, e della Russia ove si combatte aspramente, è ancora sottomessa e
prostrata sotto il tallone germanico.
Gli scioperi italiani del marzo ’44 sono un atto di sfida alla potenza hitleriana e
un esempio per gli uomini liberi del mondo intero. I grandi centri industriali del
triangolo Milano-Torino-Genova scendono compatti in agitazione nonostante la

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