Page 151 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
P. 151

benemerenze.
Da ciò l'urto verbale, a base di insulti e di invettive da parte di “Regime Fascista”
e del suo direttore, contro Mons:Cazzani ed in appoggio a “Crociata Italica”.
C'era ancora tempo per queste polemiche e urli forsennati. La situazione militare
stagnava e i cani abbaiatori potevano, almeno a parole, sfogarsi coi loro
avversari.
Una certa qual speranza rinasceva forse nel cuore delle anime perdute dal
fascismo.
Chissà? Forse le armi nuove sbandierate da mesi potranno entrare in azione.
Forse le Nazioni Unite non potranno mantenere a lungo lo sforzo. Forse il
secondo fronte non si farà....
I repubblichini (essi si chiamano fieramente; repubblicani, ma il popolo, dalla
voce grave e simpatica di Umberto Calosso al microfono di radio Londra, ha
appreso alfierianamente a chiamarli così!) i repubblichini dunque, facili agli
entusiasmi come saranno pronti a darsi il 25 aprile alla più piatta
demoralizzazione, sono in fase di ricupero.
“L’alleato germanico” è forte, i suoi feldgendarmi, colla placca al collo, regolano
il traffico sul Corso Campi insegnando la disciplina stradale ai riottosi
cremonesi. La resistenza antifascista da sì segni di vita ma le notizie che la
riguardano non compaiono né sul “Regime” né su “Crociata” né sulla rinata
“Marcia Rivoluzionaria” organo dei C.A.G ( gruppi di azione giovanile).
Due battaglioni di reclute (pionieri e costruttori secondo il termine germanico)
destinati a lavori di fortificazione in Toscana, dove subiranno attacchi e perdite
da parte dei partigiani, sono in addestramento al “Casermone” di S. Bernardo.
E verrà anche, in questi giorni, a Cremona il “leone di Neghelli” in persona, il
Maresciallo Graziani, a ispezionare le truppe e scambiare “camerateschi” saluti
coi fascisti cremonesi.
Il fascismo cremonese è in linea, anche se sull’”Arena” di Verona il fascista “alla
Pettinato” Castelletti ammonisce: “ L’Italia non deve divenire come Cremona”,
alludendo all’oasi nazista farinacciana qui creatasi all’interno dello staterello
Salodiano.
Il 14 marzo su “Regine Fascista”, in neretto, compariva il seguente comunicato
dal titolo “la fucilazione di un terrorista vestito da ufficiale della G.N.R.”.
“Ieri nelle prime ore del mattino è stato passato per le armi un giovane di cui non
è stato possibile accertare le generalità né la provenienza. Vestiva abusivamente
l’uniforme di ufficiale della Guardia Nazionale Repubblicana e fu trovato in
possesso di bombe a mano, rivoltella, pugnale, carta topografica e denaro”.
Anche oggi, a distanza di dieci anni dal fatto, il mistero più assoluto regna
sull’assassinio perpetrato, in questa occasione, dal comando repubblichino.
Chi era il fucilato? Indubbiamente un partigiano di altra provincia in via di
trasferimento o un eroico combattente della libertà che, attraverso la linea del
fronte, doveva giungere con incarichi di guerra e di collegamento a qualche
grande unità partigiana.

                                      151
   146   147   148   149   150   151   152   153   154   155   156