Page 152 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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Il suo contegno viene rivelato dal comunicato stesso là dove si asserisce
l’impossibilità di conoscere le generalità e la provincia del fucilato.
Un partigiano ignoto insomma! Un caduto che non ha nome anche oggi per
Cremona se non quello glorioso di combattente per la libertà.
La notizia, recata in cronaca, non scosse allora se non l’attenzione commossa dei
resistenti che leggevano il giornale avversario per avvertire gli stati d’animo che
ne trasparivano.
Era caduto un amico, un fratello di lotta. L’esempio serviva ancor più a
rinfocolare nel cuore dei resistenti la volontà di lotta e il desiderio di vendicare i
caduti.

                IL MOVIMENTO CREMONESE DI LIBERAZIONE
                           NEL SECONDO RISORGIMENTO

                                            Parte II

                               LA CITTÀ SOTTERRANEA

Nel frattempo la città sotterranea della Resistenza cremonese viveva la sua vita
laboriosa e silenziosa tutta rivolta all’organizzazione e al potenziamento del
movimento di liberazione.
La rete costruttiva si andava estendendo attorno al massimo organo
rappresentativo del C.L.N. e sulle basi dei partiti politici democratici.
Il periodo dal Gennaio al Maggio 1944 è caratterizzato, nel settore della
Resistenza, da una maggiore e profonda penetrazione dei partiti politici in
direzione delle masse, da una migliore organizzazione del settore propriamente
militare e infine da tutta una serie di atti che dal sabotaggio al potenziale bellico
germanico vanno al disarmo di pattuglie e a vere e proprie scaramucce
impegnate in località della provincia.
I cinque partiti del C.L.N. (diverranno sei al momento della Liberazione colla
immissione del P.R.I. rappresentato da Vittorio Dotti), si preoccupano in questo
periodo di allargare la propria base cospirativa. Ciò non ad uno scopo
elettoralistico per il periodo post liberazione ma a quello di ritrovare quadri e
gregari da immettere nella lotta di liberazione. Il che, come tutte le battaglie,
oltre a determinare morti e “ cadute “, logora anche i nervi e la tensione dei
partecipanti.
E la rete organizzativa dei partiti democratici si estende, gradualmente, a zone
più vaste giovandosi dei capisaldi già scaglionati e servendosi soprattutto della
stampa clandestina diffusa con relativa abbondanza.

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