Page 149 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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diretto a vincolare la libertà della stampa anteriore all’assedio? Citate. Citate le
leggi ordinatrici del terrore. Citate i bandi feroci. Citate le vittime o rassegnatevi
al marchio di mentitori”.
Il “Regime Fascista” pubblicò la lettera, anche se seguita da un lungo commento
che sostanzialmente in nulla sminuiva le grandi responsabilità che la repubblica
fascista aveva in confronto a quella cui essa osava paragonarsi.
Sta il fatto che tutte le colpe di cui Mazzini dichiarava monda la Repubblica
romana erano invece mezzi di vita e strumenti di azione dello staterello fascista.
Frattanto il tono economico e sociale, il tenore di vita degli strati poveri e medi,
anche se ancora in un periodo di relativa quiete, andava rapidamente
peggiorando.
Le devastazione del settembre e le accresciute pretese dell’alleato che pretendeva
soprattutto di prendersi risorse per alimentare il popolo eletto e per lo sforzo
bellico, avevano determinato una sempre maggiore rarefazione di merci sia al
mercato che al contingentamento assieme al fattore del mercato clandestino.
La popolazione cresceva per l'arrivo di sfollati e di profughi, la produzione
diminuiva per deficienza e di mano d’opera, di fertilizzanti e di materie prime in
genere.
Si aggiunga che al costituito esercito repubblichino ed alle bande degli irregolari
fascisti venivano riservate quantità immense di viveri.
I lanzichenecchi dovevano vivere sul paese ed a spese del paese.
Sin dai primi mesi del ‘44 il tenore di vita della popolazione cremonese cala in
maniera impressionante.
Le razioni tesserate quando arrivano (e se arrivano) sono razioni letteralmente di
fame.
Il pane (un etto per persona) è una miscela immangiabile e informe di prodotti
vari.
La nostra provincia, celebre per le sue vaccherie, vede tesserato il latte, poco e
scremato fino all’ultima particella di grasso, qualche putrido e indegno brandello
di carne, pochi decilitri di olio puzzolente...
La vita veramente non è allegra pei cremonesi lavoratori o ceti medi.
Alle restrizioni di carattere alimentare si aggiungano quelle di ordine poliziesco
o genericamente derivanti dalla situazione che peggiora. Scarseggiano i generi di
abbigliamento; manca il cuoio per le scarpe; si rarefanno i copertoni e le camere
d’aria per le biciclette. Non è rato davanti ai negozi vedere le code di gente che
attende impaziente, e, nell’attesa impreca agli autori di una situazione tanto
disastrosa e ai fondatori della repubblica.
I mezzi di trasporto sono rari, le ferrovie e le corriere sovraccariche. Ai posti di
blocco vigilanza e perquisizioni sono all’ordine del giorno.
Quando suona il coprifuoco i cittadini fuori casa, anche se muniti di
salvacondotto, temono sempre di incontrare i visi patibolari della G.N.R., non
sapendo cosa potrà mai succedere.
Verso le ore serali Cremona e i centri maggiori della provincia assumono un

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