Page 134 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
P. 134

Il C.L.N. doveva essere l’organo motore dell’attività clandestina, il coordinatore
degli sforzi dei Partiti democratici; ad esso dovevano far capo le Organizzazioni
militari clandestine.
In un secondo tempo, sulla base degli accordi stipulati fra C..L.N.A.I., il CLN
nazionale, il Governo Bonomi nell’Italia liberata e il Comando delle Truppe
Alleate del Mediterraneo, lo stesso CLNAI oltre che di fatto doveva divenire di
diritto l’Organo legale di governo per le zone occupate, il rappresentante
ufficiale del legittimo Governo Italiano, le sue disposizioni e ordinanze avevano
vigore di legge e dovevano essere osservate da tutti i cittadini.
Il C..L.N di Cremona, come si vedrà seguendo la cronaca degli avvenimenti,
esercitò una notevole funzione e di organizzazione delle forze della resistenza e
di centro propulsivo della lotta.
Tutti a Cremona sapevano della sua esistenza, pur senza naturalmente conoscere
né i componenti né i luoghi di riunione.
La sua presenza in certo qual modo gravava come incubo sugli organi della
repubblica sociale e sulle varie polizie nazifasciste.
I fascisti, praticamente, conoscevano approssimativamente solo i nomi di coloro
che si erano salvati con la fuga; l’esistenza in loco di un Comitato inafferrabile,
fantomatico, che si presumeva onnipossente e onnisciente metteva remore,
intralci preoccupazioni nella loro attività locale.
Oltre le attività accennate che meglio illustreremo nel prosieguo dell’azione, il
Comitato esercitò attività di assistenza e di raccolta di fondi a favore dei
perseguitati, degli sbandati, delle famiglie dei carcerati e dei deportati.
In sostanza il C.L.N., compatibilmente con le difficoltà di azione e di movimento
dovute alla clandestinità, operò come un vero e proprio organo politico di
governo nella direzione della lotta, nell’esame dei problemi amministrativi e
infine nello scatenamento della insurrezione su scala provinciale.
Esso era, naturalmente, collegato direttamente con il C..L. N.A.I o per mezzo dei
suoi membri che si recavano a Milano a conferire con le direzioni dei Partiti di
appartenenza (Francesco Frosi aveva rapporti coi dirigenti del Partito d':Azione
in Casa Robbiani a Milano) o a mezzo dei “corrieri” dei Partiti che facevano la
spola Cremona-Milano per il trasporto della stampa clandestina e delle armi..
Avveniva anche che il C.L.N.A.I. inviasse, di sua iniziativa, messi o ispettori che
si presentavano al Comitato con parole d’’ordine prestabilite e su preavviso
ricevuto dalle Centrali clandestine.
Questi delegati o ispettori del Centro erano, per il continuo loro movimento, e
per i contatti con gli ambienti i più vari, gravemente esposti al pericolo di cadere
nelle mani dei nazifascisti.
Dopo la liberazione si apprese che la maggior parte di essi era caduta o nei campi
di concentramento o sotto il piombo nazifascista.
Terminò così la sua vita, promettente di speranze e di ingegno, il giovane Teresio
Olivelli, Rettore del Collegio Ghislieri di Pavia, esponente della DC ed
organizzatore delle “Fiamme Verdi”, autore della commovente “Preghiera del

                                      134
   129   130   131   132   133   134   135   136   137   138   139