Page 129 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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fattori della caduta del regime.
Farinacci, sul suo giornale, non indulge troppo a queste che egli ritiene debolezze
della “sociale”.
Forse anche influisce su di lui la considerazione che le masse operaie nella
provincia non sono numerose ed egli, preoccupato di mantenere nel suo territorio
una maggiore sicurezza, preferisce svolgere un’azione demagogica nei confronti
dei contadini, da lui ritenuti più docili perché durante i 45 giorni “non si sono
agitati ed hanno continuato a lavorare”. La posizione ideologica di Farinacci e
del “repubblichinismo” cremonese è assai facile da definire.
Il fascismo, secondo lui (riassumiamo il succo dei suoi numerosi articoli
quotidianamente pubblicati sul “Regime”) è sorto per tutelare, indifferentemente,
o il padronato o il proletariato. Quando, naturalmente, uno dei due soggetti
voglia appoggiare e favorire la casta oligarchica dei gerarchi.
Egli ammette che per vent’anni il fascismo ha difeso gli interessi del capitalismo,
questi, per ragioni di sicurezza propria, gli si è rivolto contro. Vediamo un po’,
pensa Farinacci, se ora il gioco riesce coi lavoratori.
In fondo in fondo egli è poco persuaso della “politica sociale” della repubblica.
Dichiara apertamente che anzitutto gli operai hanno dei doveri da compiere (nei
confronti naturalmente della gerarchia e della Germania) poi si vedrà.
La sua concezione differisce, sostanzialmente, da quella ufficiale degli organi di
propaganda di Salò e dalle elucubrazioni dei “sindacalisti” e dei giornalisti
repubblicani che cercano di delucidare e creare un sistema ideologico nuovo
sulla organatura cadente del vecchio fascismo.
L’ideale farinacciano non è perciò la repubblichetta sociale evoluzionista e
diciannovista che si appoggia al Reich soprattutto perché considera la guerra
tedesca come lotta ai plutocrati così come la politica interna dello staterello
dovrebbe essere rivolta alla socializzazione e alla battaglia contro i capitalisti
interni.
Questo è un sogno di disperati e di illusi, magari in buona fede.
Farinacci auspica uno stato hitleriano in cui la gerarchia sia tutto, in cui tutto
venga messo a disposizione della guerra tedesca, in cui i privilegi della
oligarchia squadristica vengano messi al livello di quelli che aveva l'aristocrazia
nella vecchia società feudale.
In definitiva tutto questo gran sussurrare su pei giornali e nelle assemblee
“democratiche” del PFR si riduce praticamente a una tempesta in un bicchiere.
Gli italiani stanno a guardare, divertiti e disgustati, la farsa propagandistica che si
svolge davanti ai loro occhi. Non hanno alcuna fiducia nelle velleità riformatrici
degli uni più che abbiano timore delle manifestazioni terroristiche e intimidatrici
degli altri.
E questo e quel sentimento manifestano apertamente quando si presenta
l’occasione.
E’ un fatto che il fascismo repubblichino, imposto a forza al popolo italiano nelle
regioni invase, resta un fenomeno estraneo alla mentalità e alla comunità

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