Page 126 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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faute de mieux, Hitler doveva ora gettare il fiore della super-razza germanica.
L’esercito italiano si era sfasciato. Un gran numero di prigionieri era stato
avviato in Germania e là resisteva agli allettamenti di un minimum vitale di cibo
per non passare nelle forze armate del reich e della “repubblica”.
Le vecchie classi che avevano esperimentato la guerra e la “camaraderie”
germanica in Russia e in Africa non avevan più nessunissima intenzione di
rischiar la pelle per la difesa dei gerarchi e dell’hitlerismo.
Gli anziani sentivano di essere parte integrante del popolo italiano. La
propaganda fascista, tradotta in appelli di promesse di alte paghe e di trattamento
“pari a quello delle truppe germaniche”, si rivolse soprattutto alle classi giovani
come a quelle che, inesperte e non mature, erano suscettibili di allettamento e di
pressioni.
I primi bandi minacciosi furono rivolti allo scopo di far si che gli sbandati si
notificassero alle sedi comunali.
Pei tedeschi, sull’esperienza dei paesi già occupati, gli “sbandati”
rappresentavano una potenziale riserva di uomini per le formazioni partigiane.
Qualora essi si fossero notificati sarebbe stato agevole controllarli, tenerli legati
colla minaccia delle rappresaglie sui parenti, richiamandoli individualmente poi
pel servizio di guerra o del lavoro.
Si cercò poi di rompere il ghiaccio mettendo in circolazione “cartoline precetto”
di lugubre memoria. All’una e all’altra ingiunzione dalla maggior parte degli
interessati si rispose col più rigido silenzio.
Dopo tanti anni di chiuso conformismo e di ubbidienza cieca, la gerarchia si vide
di fronte a un fatto e a una tattica nuova: inosservanza assoluta e glaciale delle
sue ordinanze.
Dapprima stupefatta cercò di ammansire quella che essa riteneva una “fatale
perversione” degli italiani, reagì poi con atti di violenza cieca e inaudita, col
risultato di indurre maggiormente alla resistenza e alla lotta per la libertà.
Facendo leva su bassi sentimenti della feccia dei cittadini, alte paghe e possibilità
di spadroneggiare sul popolo, il fascismo cominciò ad organizzare le sue bande
volontarie di scherani e di lance spezzate: milizia legionaria, milizia giovanile,
corpi speciali dei guastatori; dei volontari della morte; dei volontari sardi, della
X° Mas. La maggior parte di queste formazioni doveva poi confluire nelle
famigerate “brigate nere” mentre la M.V.S.N. assieme ai carabinieri rimasti (in
pochi) ai servizi di Salò, avrebbero costituito verso la fine del ’43 la G.N.R
(guardia nazionale repubblicana).
Da allora cominciarono a circolare i più sfrontati e variopinti tipi di mascalzoni
che la storia d’Italia abbia mai incontrato sul suo cammino.
Sbarbatelli, precocemente sfuggiti ai patrii riformatori, ghigne sinistre di vecchi
arnesi, volti manzoniani da scomunicati.
Vestiti di fantasiose divise a base di teli mimetizzati, di cordoni, di lustrini, di
placche. Armati fino ai denti con mitra ad avancollo, bombe a mano alla cintura
e ai gambali, pugnale, cartucciere e nastri di mitragliatrici, erano arsenali

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