Page 110 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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solo perché essi, per un fatto contingente di cronaca, sono posti alla direzione
degli Organi burocratici dello Stato. L’8 Settembre, con i suoi avvenimenti
brutali e con le dure scosse applicate a tutto il vecchio assetto statale e civile,
pone definitivamente fine a tutte queste superstiti illusioni e presenta alla nazione
la durissima realtà di azione e di lotta: Rinnovarsi o perire.
In pari tempo, l’8 Settembre apre al popolo italiano una grande possibilità. Il
fascismo, con la sua involuzione strettamente reazionaria in tema di politica
interna, con la sua sottomissione allo straniero nemico tradizionale di Italia,
aveva temporaneamente chiuso il ciclo evolutivo del Risorgimento.
Ora, Il programma che fu alle basi delle lotte del primo risorgimento si
ripresentava al popolo come un programma attuale e vitale, per il quale
bisognava lottare se si voleva reinstradare l’Italia sulla via maestra.
Accanto alla lotta per la democrazia, conquista risorgimentale obliterata dal
fascismo, sorgeva la necessità di lottare per l’unità e l’indipendenza nazionale,
entrambe minacciate dal furore teutonico ormai scatenato.
Che l’unità nazionale fosse profondamente minacciata dal sogno pangermanico
dello hitlerismo lo si vide nella virtuale annessione al Reich non solo dell’Alto
Adige ma anche del Trentino e di ampie zone del Veneto orientale. Lo si vide
inoltre nel distacco, operato col consenso del governo antinazionale di Salò, di
tutto il territorio triestino amministrato come “litorale adriatico” da proconsoli
germanici.
Che l’indipendenza patria fosse minacciata si poteva arguire e dal contegno
sottomesso e servile delle autorità saloine e dal comportamento che il Reich
tedesco usava nei confronti dei popoli già sottomessi.
La lotta che i Patrioti italiani, la lotta che tutto il popolo italiano fatta eccezione
di una piccola sfera di traditori, iniziavano virtualmente l’8 Settembre con
l’aperta battaglia e con la resistenza tenace, apriva il ciclo del secondo
risorgimento come continuazione, ideale e storica e dialetticamente fondata,
della evoluzione iniziata con il primo risorgimento.
Con l’8 Settembre 1943 i fascisti, pertanto, non solo si mettevano fuori della
legge della comunità nazionale in quanto i legittimi poteri di questa e la volontà
popolare sono a loro contrari, ma si pongono fuori della stessa legge generale
della evoluzione storica.
Attaccati al loro mondo, ai loro privilegi di casta, non vogliono credere alla
realtà espressa dalle volontà popolare, si frappongono perciò sul suo cammino,
d’onde verranno spazzati via inesorabilmente nel corso dei venti mesi di lotta
clandestina.
Il significato dell’8 Settembre sta dunque, profondamente, in questa antitesi fra il
vecchio e il nuovo mondo che sorge.
Dall’un canto la vecchia società italiana con le sue soprastrutture fasciste e statali
che sopravvivono anche durante i 45 giorni, dall’altro le forze di rinnovamento
della nazione che, con sangue e dolore, escono alla luce per fondersi insieme e
dar vita ad uno Stato, a una collettività nuovi, aperti al progresso della
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