Page 104 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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del macchinario di “Cremona Nuova”.
Secondo costoro lo stabilimento tipografico era sì “profitto di regime” di
Farinacci, ma questo profitto era stato costituito ai danni della popolazione
cremonese. Logicamente esso doveva quindi tornare al popolo e per esso ai suoi
organismi rappresentativi locali.
Un memoriale in questo senso venne steso dallo Speranzini, approvato
dall’Assemblea e inviato per conoscenza al Comando della Piazza (dove in
seguito venne ritrovato da Farinacci reduce dalla Germania).
Torniamo ora alla ricostituzione dei Partiti.
Urgeva anzitutto un collegamento diretto colle centrali di Milano, in quanto fino
a quel momento, i rapporti con gruppi generici antifascisti erano stati saltuari e a
lunga scadenza. Un primo contatto, segnalato da un antifascista milanese,
militare a Cremona, si ottenne con Domenico Viotto, vecchio organizzatore
socialista di Milano, a mezzo di due inviati: Bernardi e Andrini del Gruppo
Antifascista Cremonese. Stabilito un primo collegamento fu poi agevole agli altri
partiti trovare contatti coi loro mezzi e con le loro segnalazioni.
La Democrazia Cristiana, favorita da una maggiore e più efficiente rete
organizzativa perché i vecchi dirigenti attraverso l’Azione Cattolica erano
sempre rimasti in contatto fra città e città, si andò ricostruendo come nucleo
provinciale, per opera di Ottorino Rizzi, Ennio Zelioli, Giuseppe Ghisalberti,
Angelo Formis, Tiberio Volontè. Non risulta che in quel primo periodo essa
avesse un suo giornale clandestino. Poteva però contare sul giornale “l’Italia”
trasferito come si è detto a Cremona.
L’elaborazione del suo programma e la presenza nel gruppo di vecchi dirigenti
della corrente migliolina del Partito Popolare ne facevano un partito
schiettamente antifascista i cui toni diverranno ancor più caratteristici nel periodo
propriamente clandestino per opera soprattutto di Ottorino Rizzi, anima
entusiasta di fervido democratico.
Il Partito Socialista Italiano del periodo antecedente al fascismo risorgeva a
Cremona prima come M.P.U. (Movimento di Unità Proletaria) ispirato dal
gruppo che a Milano si stringeva attorno all’Avv. Lelio Basso, collaboratore nel
1924 della Rivista “Quarto Stato” di Carlo Rosselli, poi come P.S.I.U.P. .
La riunione ricostitutiva del Partito, che già aveva collegamenti diretti con
Milano a mezzo di Luigi Mirri e di G. Salvadori, si tenne in uno studio
professionale in Via Solferino. Erano presenti vecchi e giovani socialisti fra cui:
Gino Rossini, Piero Pressinotti, Livio Bigli, Emilio Zanoni, Mario Coppetti, G.
Sidoli. Ad essi si unirono poi altri vecchi socialisti che si erano riuniti in un
gruppo distinto fra cui: Attilio Botti, già Sindaco di Cremona, Gaetano Ferragni,
Giuseppe Gandolfi, ed altri.
Il Partito Socialista aveva a Cremona una forte e ancor viva tradizione
organizzativa e di lotta così che, senza indugio, si pensò a tradurre in fatti le
aspirazioni delle masse colla ricostituzione delle Sezioni e con la pubblicazione
del vecchio giornale settimanale “l’Eco del Popolo”.

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