Page 100 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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Il popolo cremonese, però, nell’atmosfera euforica di ritrovata fraternità e
concordia, come in una rinata primavera quarantottesca, salvo qualche caso
sporadico, dimenticò i grandi mali, le gravi ingiurie ricevute e si accinse
all’opera di ricostruzione della democrazia e della Patria.
Fu dopo l’8 Settembre, dopo il perpetrato accordo dei fascisti antinazionali col
tedesco invasore, colle rapine, col sangue versato da questi degeneri italiani, che
l’odio e il senso della vendetta cominciarono a germogliare fra il popolo e a far
sorgere la sensazione che bisognava farla finita, una buona volta per sempre,
colla banda dei traditori, lance spezzate dell’invasore e manutengoli della
gerarchia repubblicana.
Il 25 luglio popolare fu dunque la festa dell’esultanza patriottica e democratica,
rappresentò l’unione concorde di tutti i cittadini cremonesi diretta al risorgimento
della città e al reinserimento di essa nel solco della evoluzione nazionale e
patriottica.
Superata la prima fase di naturale euforia per l’avvenuto abbattimento del
fascismo, l’intenzione dei democratici antifascisti cremonesi volse allo studio dei
mezzi e dei provvedimenti da adottare per il consolidamento e la difesa delle
libertà.
Si era in stato d’assedio, la guerra continuava ancora. I tedeschi erano accampati
nel seno stesso del Paese.
Bisognava pensare al consolidamento delle libertà minacciate, sia dal governo
militare che faceva tutto il possibile per evitare il sorgere di una democrazia, sia
dal fascismo che, appoggiato virtualmente dalle truppe tedesche, avrebbe potuto
tentare una sua postrema reincarnazione.
L’azione dei democratici antifascisti cremonesi, come era per i democratici di
tutta Italia, doveva indirizzarsi su due direttive:

1) Difesa delle libertà locali e coordinamento dell’azione degli antifascisti
cremonesi a mezzo di un comitato provinciale;

2) Ricostruzione dei partiti e movimenti democratici antifascisti.

Il Comitato provinciale antifascista cominciò a funzionare, se pure in forma
confusa e caotica, fin dal 26 luglio. Si riuniva in un’ampia sala dello studio
professionale dell’Ing. Giovanni Vialli, sito nel palazzo Barbò di Via U. Dati.
Abbiamo detto che esso aveva cominciato a funzionare in forma confusa e
caotica. Era difatti un andare e venire continuo di cittadini e di curiosi che
affluivano alla sede per udire fatti e novità.
Talvolta il cortiletto era addirittura gremito di persone il cui antifascismo spesso
era di fresca data, datando dal 25 luglio. In prima linea erano però gli antifascisti
della vigilia, coloro che già da molti anni anelavano alla liberazione.
Citiamo alcuni nomi: Giuseppe Speranzini, Giacinto Cremonesi, Giovanni Vialli,
Vittorio Dotti, Francesco Frosi, Emilio Zanoni, Ottorino Rizzi, Angelo Formis,

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