Page 101 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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Adriano Andrini, Renzo Bernardi, Piero Pressinotti, Gino Rossini, i fratelli
Puerari, Rosolino Ferragni, i fratelli Fezzi, Mario Coppetti, Lionello Miglioli,
Mario Franzetti, Piero Bettoni, Scaglioni, Paolo Serini, Livio Bigli, Alessandro
Cottarelli, ecc...
Il Comitato si preoccupò immediatamente, sull’indirizzo stesso preso dal
Governo, di procedere alla surrogazione dei fascisti che erano preposti a
determinate cariche pubbliche, con persone di cui la cittadinanza avesse prove
sicure di fedeltà al regime di libertà che si voleva instaurare. Per ottenere ciò
bisognava accordarsi coi rappresentanti in loco del Governo.
Dal mattino del 26 luglio per decreto di Badoglio, il Gen. Giacomo Florio aveva
assunto il comando militare della città. Restavano ai suoi lati, oltre naturalmente
gli altri ufficiali comandanti dei reggimenti, il Prefetto Mario Trinchero e il
Questore Ugo Barbagallo. Costoro erano burocrati che fino al giorno prima
avevano volonterosamente collaborato con il fascismo locale e con Farinacci.
Bisognava perciò avvicinare il Generale e prospettargli chiaramente la situazione
di Cremona.
Una delegazione del Comitato si recò pertanto presso il comando militare e
strinse i primi rapporti col Generale per una necessaria collaborazione almeno
sul terreno amministrativo.
Nei giorni seguenti si procedette alla nomina di antifascisti a reggere
temporaneamente talune cariche pubbliche. Vennero immessi dei commissari
alle federazioni di commercianti, industriali e agricoltori. Così ai sindacati
lavoratori dell’industria, del commercio e dell’agricoltura.
Giungevano frattanto notizie da altre città di imponenti manifestazioni popolari
inneggianti alla libertà e alla democrazia.
Anche a Cremona le masse popolari, dopo le prime sporadiche manifestazioni
del 26 luglio mattina, chiedevano che un comizio centrale si tenesse in piazza del
Duomo. Il Comitato antifascista pensò che non si poteva deludere l’aspettativa
popolare nonostante che l’autorità militare proibisse ogni assembramento.
Giuseppe Speranzini, già del Partito Popolare e vecchio antifascista, ebbe
l’incarico di parlare al popolo a nome del Comitato.
L’autorità militare era a conoscenza della cosa per il carattere quasi pubblico
delle assemblee del Comitato (sui lavori del quale esistono a stampa rapporti dei
carabinieri della Caserma di Santa Lucia) ed anche perché, addirittura, sulla
cronaca cremonese di un giornale nazionale erano stati indicati giorno ed ora
della manifestazione.
Presupponendo dunque il Comando militare che il corteo dovesse partire da Via
U. Dati, o che il comizio, se impedito in piazza, dovesse aver luogo nel quadrivio
Via Ugolani Dati – Manzoni, Geromini e Largo Paolo Sarpi, aveva ivi sistemato
un potente servizio d’ordine con sbarramenti militari agli imbocchi delle strade.
La manifestazione doveva invece avvenire nel centro naturale della città, in
piazza del Duomo.
Questa piazza, che già nel corso del secolo precedente aveva visto le imponenti

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