Page 58 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
P. 58

In tesa naturalmente “il tosator sovrano”. Gli altro gerarchi a lui rivolgendosi
dicevano “noi toseremo di seconda mano, babbo, in tuo nome”.
L’oligarchia politica, ben presto, assunse nella provincia anche il ruolo di
cacocrazia economica pronta a tutti gli abusi, a tutti i protezionismi, alle
intimidazioni, ai fatti delittuosi per accrescere ogni anno di più l’asse
patrimoniale.
Il fallimento di taluna banca (la agricola Parmense) la procacciata chiusura di
altra rientrarono nella politica economica a fondo personalistico del fascismo
cremonese.
La cricca che nel 1922 accusava gli amministratori socialisti del Comune di
Cremona di aver malversato il denaro pubblico perché avevano dato lavoro a
operi disoccupati, questa cricca, si lanciò nel mare magno delle speculazioni a
raggio sempre più vasto man mano che si estendeva il cerchio della loro
influenza politica.
D’altra parte non è possibile andare in fondo a una moltitudine di questioni.
Come di fatti sarebbe possibile ricostruire le strade attraverso le quali il denaro
pubblico, magnetizzato dalla pressione politica, poteva giungere dai conti dei
lavori di pubblica utilità alle tasche di coloro che dichiaravano senza tema di
smentita, mancando ogni libertà di controllo e di manifestazione del pensiero,
che essi “vivevano in una casa di vetro?”.
E ancor più del danno allora arrecato al paese e al pubblico erario per opera di
queste sanguisughe della ricchezza nazionale, soprattutto è grave, a nostro
avviso, l’esempio del malcostume politico e della corruzione che da esso
discendeva per li rami di tutta la burocrazia.
(….per tanti casi )... di corruzione e di immoralità la causa prima e determinante
deriva dall’opera di diseducazione e di intorpidimento morale voluta dal
fascismo.
E che questo la permettesse e in taluni casi l’incoraggiasse, derivava dalla stessa
natura di regime dittatoriale.
Era necessario che almeno un ceto, quello degli arrivati e dei soddisfatti,
appoggiasse il regime nella sua opera di stroncamento delle libertà. Qual mezzo
migliore di quello di crearsi una falange di pretoriani soddisfatti che, armata
mano, difendessero in un coi loro interessi anche quelli supremi del sinedrio
direttivo del fascismo nazionale?
Violenza, corruzione, immoralità son dunque le gravi tare del fascismo
cremonese. Si aggiunga ad esse il contorno di uno sfacciato ed inverecondo
analfabetismo nel campo della cultura e della amministrazione.
E si aggiunga ancora la tara della incompetenza, aggravata nei ranghi inferiori da
una supina acquiescenza alle direttiva dall’alto. Si aggiunga lo sfrontato agire dei
pretoriani che si sintetizza, nella prima fase, nel frustino da cavallerizzi dei neo
arricchiti del regime che lo sbattono insolentemente contro il cuoio dei gambali e
nella seconda fase nel muso duro “e mascella volitiva” citata sui mille e mille
ritratti del capo.

                                       58
   53   54   55   56   57   58   59   60   61   62   63