Page 52 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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testimonia come, a pochi mesi dal colpo di Stato, le forze democratiche
cremonesi avevano ancora mordente di lotta e forza organizzata.
La festa del Lavoro per la prima volta nel Cremonese, veniva celebrata
unicamente in una sola manifestazione dalle Organizzazioni Sindacali Cattoliche
e Socialiste.
Lo spirito unitario di resistenza al fascismo che animava la manifestazione aveva
profondamente colpito la reazione la quale confidava nella disunione delle forze
contrapposte per meglio colpirle l’una dopo l’altra. Lo schieramento reazionario
cercò perciò in tutti i modi di stroncare sul nascere il movimento.
Minacciando torbidi e azioni esso aveva anzitutto cercato di esercitare pressioni
sui pubblici poteri per indurli a proibire la manifestazione. Tornate inutili queste
minacce il fascismo volle impedire con la violenza la manifestazione unitaria. Il
Centro di raccolta delle forze popolari era al centro scolastico “Passeggio” dove
doveva avere luogo il comizio.
Da tutti i paesi della zona Cremonese dovevano affluire i lavoratori dei Sindacati
di classe e cattolici per parteciparvi. Oltre che a significato simbolico della Festa
del Lavoro, la manifestazione doveva assurgere a civile e democratica protesta
contro i metodi del fascismo.
Il fascio aveva sguinzagliato le sue squadre nei punti di accesso alla Città
pattugliando le strade per impedire il concentramento dei lavoratori. Anche
questi, però, si erano preparati e organizzati.
La tattica dell’avvicinamento alla Città in piccoli drappelli era sconsigliabile
perché le bande nere avrebbero potuto ricacciarli isolatamente uno dopo l’altro.
Si procurò perciò, a mezzo di staffette da Paese a Paese, che i vari gruppi, prima
di entrare in Città, si concentrassero in posti prestabiliti per poter poi sfondare il
cerchio avversario. La zona del Casalbuttanese e paesi contermini si concentrò
attorno alle scuole di S. Ambrogio; quella dei Lavoratori del basso cremonese
fuori Porta Romana. I fascisti, asserragliati nel quartiere di S. Ambrogio
cercarono di mettere in fuga la massa dei lavoratori provenienti dalla campagna.
Alla notizia che la mischia si andava accendendo, nuclei di operai della città,
costituiti nei reparti degli “arditi del popolo”, accorsero in aiuto dei contadini. La
lotta più aspra avvenne, frazionata in molteplici episodi, presso il terrapieno della
Ferrovia Cremona-Milano al costruendo sottopassaggio di via Bergamo.
Risuonavano spari di rivoltella nel silenzio mattinale della città impaurita. I
fascisti presi di fronte e ai lati dovettero ben presto cedere il campo cosicché il
corteo dei lavoratori poté dal piazzale Risorgimento raggiungere le Scuole di via
Passeggio.
Il comizio qui tenuto, cui intervennero i rappresentanti dei Partiti Politici
democratici e delle Organizzazioni sindacali, indicò, nella lotta di resistenza al
sorgente fascismo, un mezzo che, se fosse stato adottato in precedenza, avrebbe
costituito un risolutivo ostacolo alla avanzata delle forze autoritarie e reazionarie.
L’unità delle forze democratiche operaie e contadine organizzate nel Partito
Socialista e nel Movimento Popolare Cattolico avrebbe arrestato nel Paese il
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