Page 49 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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carcere.
Questo, fra i tanti, è un esempio dell’agire “costituzionale” dell’apparato
burocratico statale. Sta di fatto che le forze del colpo di stato, facenti capo alla
monarchia, si avviavano a dare appoggio con tutto il peso dei loro organismi alla
reazione in atto, reazione da esse lungamente attesa e auspicata.
La stessa connivenza dei pubblici poteri apparve clamorosamente nell’episodio
relativo alle sorti del Comune di Cremona.
Gli amministratori popolari erano spesso già stati gravemente impediti
nell’espletamento dei loro doveri di carica.
Fino a che l’invasione del Municipio da parte di squadracce fasciste, nei primi
giorni del luglio 1922, fornì alla Prefettura il pretesto per nominare un regio
commissario.
E, come il Comune di Cremona, decine e decine di altre amministrazioni (75
Municipi in provincia, per la storia) furono, nello spazio di pochi mesi, sottratte
ai legali amministratori per essere affidati a gestione commissariale.
La situazione in provincia era ormai a questo punto. Le squadracce nere locali
dominavano apertamente la piazza calpestando la legge, seviziando,
ammazzando gli oppositori, sconvolgendo ogni sistema di ordinato vivere civile.
In pieno secolo XX si rivivevano a Cremona i crudi e ormai trascorsi tempi
medioevali delle sedizioni cittadine, della guerra portata nel nostro territorio da
bande di ventura, delle atrocità, elevate a sistema di governo, dei signorotti,
duchi o marchesi che fossero.
Vivono ancora i testimoni dell’epoca di ferro, che va dal 1920 al 1922. E’ la
generazione che fu provata dalla prima guerra mondiale, che, magari, si gonfiò il
cuore di giubilo all’annuncio della vittoria del '18 e delle speranze democratiche
da essa sollevate.
Essa visse e sentì nelle sue carni e nella sua anima il tempo fosco, il crudo
martirio, l’amara disillusione, il senso d’impotenza di fronte alla forza brutale e
alla frode volpina.
Vorrebbe lo storico popolare far rivivere, sotto la penna, quell’epoca di ferro.
Vorrebbe presentare alle generazioni nuove che sorgono il quadro del torvo
periodo perché questo possa servire loro di ammaestramento e di esperienza..
Non torni più il fascismo spettro sanguinoso della dittatura minacciante la pace
domestica, la concordia sociale, i diritti dell’uomo e del cittadino.
Non riviva più Cremona quelle ore tremende d’insolente desolazione quando
bande di incendiari e di assassini passavan per le vie profanando colle laide
bocche il nome della Patria.
I lavoratori onesti e cittadini intemerati sottoposti a sevizie ed ingiurie. E gli
incendi delle case private, e gli incendi dei modesti patrimoni degli organismi
cooperativi. E malfattori mascherati (come al tempo dei briganti del
risorgimento) uccidere a colpo sicuro, onesti cittadini cattolici a Genivolta ed
evoluti lavoratori socialisti a Solarolo Monasterolo, S. Giovanni in Croce,
Cremona.
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